L’esibito “maledettismo” di Polunin è stato spesso contrapposto alla concreta gioiosità di Roberto Bolle. Fisici parimenti dotatissimi, hanno entrambi una concezione nerboruta e ginnica della danza, unita ad un protagonismo persino sfacciato, che li ha resi degni eredi della coreutica classica, opportunamente aggiornata e destinata a pubblici giovani.

Coreografia di Yuka Oishi – musica di Kirill Richter – con Sergei Polunin – produzione Polunin Ink

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