Il Don Juan del coreografo Johan Inger, una produzione di Aterballetto, sottolinea sfumature ed emozioni: la danza diviene lente d’ingrandimento dei singoli caratteri e svela il mondo interiore degli uomini e delle donne in scena. Connessa con la contemporaneità, disegna un mondo abitato da un personaggio che attraversa il percorso della propria solitudine senza sfuggire a quella superficialità che sembra caratterizzare i nostri giorni. E sullo sfondo si illuminano temi rilevanti, tra i quali la complessità del dialogo tra generi.

Inger interpreta in modo originale soprattutto Leporello e il Commendatore, sostenuto dal disegno luci di Fabiana Piccioli, dalla partitura originale di Marc Álvarez, e da uno spazio scenico curato da Curt Allen Wilmer, senza connotazioni definite dal punto di vista geografico o storico: un labirinto di strutture mosse a vista dai danzatori. Diversamente dai costumi che sono molto connotati, grazie all’invenzione visiva di Bregje van Balen.

Coproduzione Fondazione Ravenna Manifestazioni / Ravenna Festival, Fondazione Teatro Regio di Parma, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, Centro Teatrale Bresciano, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia / Festival Aperto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Festspielhaus St. Pölten, Fondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro (Teatro Ristori di Verona, Teatro delle Dolomiti di Belluno, Teatro Salieri di Legnago, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro delle Muse di Ancona), Associazione Sferisterio Macerata.

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