Dramma lirico in quattro atti messo in scena per la prima volta a Milano il 5 febbraio 1887. Nasce dalla maturazione del talento smisurato di Verdi, sapientissimo dosatore di effetti scenici e lettore profondo dell’animo umano. Il teatro verdiano ha, infatti, l’uomo al centro del suo universo. Uomo che, come il protagonista, è per Verdi costantemente teso tra due astrazioni assolute: il bene più genuino e candido (Desdemona) e la subdola e cinica incarnazione del male (Jago). Otello si muove tra questi due poli, lasciandosi guidare dall’accecante passione e non dalla ragione, che gli avrebbe invece consentito di difendersi dall’una e dall’altra astrazione, tendendo inesorabilmente verso un tragico epilogo.

Asher Fisch, direttore – regia di Gabriele Lavia – Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna – Alberto Malazzi, maestro del coro – scene di Alessandro Camera – costumi di Andrea Viotti – Gianni Marras, assistenza alla regia – Alhambra Superchi, Maestro del Coro di Voci Bianche – nuova produzione del TCBO.

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