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Three Voices

Three Voices per soprano e nastro (1982) di Morton Feldman è una tessitura di passaggi ripetitivi, minimalista in un modo ipnotico e delicato, una lunga meditazione sulla morte dell’amico pittore Philip Guston elaborata sugli sparuti versi di un altro amico, il poeta Frank O’Hara. Una sorta di requiem nel quale qualcuno ha ravvisato la stessa “sovrana innocenza” che Barthes riconosceva in un’istantanea della madre da bambina.

Il pezzo può essere realizzato con tre voci dal vivo, oppure – come in questo caso, preferito anche dallo stesso Feldman – con una voce dal vivo insieme ai suoi alter ego preregistrati. La voce, soprano, è di Livia Rado.

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