Barezzi Festival. Dal 15 al 17 novembre a Parma

15 novembre 2019

Tredicesima edizione per il Barezzi Festival, dal 15 al 17 novembre, al Teatro Regio e all’Auditorium Paganini di Parma, con una proposta coraggiosa, originale e anticonformista. A cominciare dagli alfieri del post-punk britannico, Echo & The Bunnymen e da Apparat, il producer che ha trasformato Berlino nella capitale dell’elettronica. E poi la nuova stella del soul J.P Bimeni,  la musica italiana d’autore, rappresentata con  Vasco Brondi, Cristiano Godano, Dente, Francesco Di Bella, Renzo Rubino e Fil Bo Riva. E ancora, la stile e l’originalità dei Nouvelle Vague, il folk rock di Scott Matthews, la musica da camera del Quartetto Coll’Arco e il djset infuocato di Marcellus Pittman.

Il Barezzi Festival –  la direzione artistica è di Giovanni Sparano –   si proietta in questo 2019 verso nuovi orizzonti avviando un sodalizio profondo con la Fondazione Teatro Regio di Parma che da questa edizione ne cura l’organizzazione e diventa la sua casa.

A inaugurare la tre giorni del festival, venerdì 15 novembre alle 20.30, sono Echo & The Bunnymen, una delle rock band britanniche più influenti della storia moderna, artefici del Rinascimento di Liverpool all’alba degli anni Ottanta e protagonisti della transizione dal post-punk a un pop psichedelico di grande suggestione. Il gruppo torna in Italia per presentare l’ultimo disco “The Stars, The Oceans & The Moon”, uscito nel 2018. In apertura, Fil Bo Riva, nome d’arte del cantautore Filippo Bonamici, 26enne nato a Roma e cresciuto tra Dublino e Berlino che con l’album d’esordio “Beautiful Sadness” (2019) ha conquistato pubblico e critica.

Alle 13.00 e alle 16.00 appuntamento al Tanqueray Bar con il Quartetto Coll’Arco, interprete delle composizioni cameristiche di Gioachino Rossini e, a seguire, con Dente, nome d’arte di Giuseppe Peveri, fresco di pubblicazione del singolo “Anche se non voglio” che anticipa il nuovo disco in uscita nel 2020. In “Prospettive e incursioni”, il cantautore emiliano si racconta all’ intervistatore e al pubblico tra parole e canzoni. Alle 18.30 sul palco del Ridotto salirà invece Vasco Brondi, che dopo aver “chiuso” il progetto artistico Le Luci della centrale elettrica, si presenta al Barezzi con uno spettacolo inedito pensato apposta per l’occasione, dove si mischieranno letture e canzoni, per un avvio di festival all’insegna del cantautorato italiano contemporaneo e di qualità.

Sabato 16 novembre il protagonista del main stage del Teatro Regio sarà Apparat, al secolo Sascha Ring, da anni protagonista assoluto della scena elettronica berlinese e internazionale. Apparat ha pubblicato a marzo 2019 il suo quinto lavoro solista “LP5”, dopo aver messo in pausa il progetto Moderat che lo vede suonare in trio con i techno producer Modeselektor. Un disco tra sfumature acustiche ed elettroniche, un collage di canzoni caratterizzate dall’assoluta libertà creativa che arriva a sfiorare il jazz e le nuove frontiere dell’elettronica, la drum and bass e il pop.

Sempre sabato il Tanqueray Bar alle 13.00 accoglierà lo showcase del cantautore pugliese Renzo Rubino. Doppio appuntamento poi con “Prospettive e incursioni”: alle 16.00 protagonista Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, band portabandiera dell’alternative rock italiano che quest’anno festeggia trent’anni di carriera, e alle 17.00 con o’ cardillo napoletano Francesco Di Bella, storico frontman dei 24 Grana e oggi cantautore. Al Ridotto Stage alle 18.30 sarà invece di scena l’inglese Scott Matthews con le canzoni dell’album acustico “The Great Untold” in cui mescola ancora una volta folk, rock e blues, dando però una svolta cantautorale alla propria carriera. Dopo il live di Apparat, il Festival invece si sposterà nella Sala Ipogea dell’Auditorium Paganini per il djset di Marcellus Pittman, talento che, sia in veste di dj che di produttore, ha contribuito a definire il cosiddetto “suono di Detroit”.

Domenica 17 novembre alle 21.00 in programma il concerto di J.P Bimeni, soulman straordinario la cui sorprendente voce, in cui risuona l’anima dell’Africa, ricorda il primo Otis Redding. Fuggito dal Burundi e rifugiato a Londra fin dai primi anni 2000, Bimeni nelle sue canzoni parla di amore e perdita, speranza e paura, con una convinzione che arriva dalle esperienze straordinarie con cui la vita lo ha messo alla prova. Dopo di lui saliranno sul palco i Nouvelle Vague, band francese che ha ridefinito il concetto di cover band riarrangiando grandi successi punk e new wave in chiave bossa nova. Un vero fenomeno internazionale che incarna appieno l’immaginario d’oltralpe di eleganza e raffinatezza.

La manifestazione è realizzata grazie al contributo di Regione Emilia Romagna, Comune di Parma, i comuni di Fidenza e Busseto.