Big Band Theory. Bologna Jazz Festival a tutto volume

dal 25 ottobre al 25 novembre tra Bologna, Ferrara, Modena

19 ottobre 2018

Sarà un’edizione ad alto volume quella del Bologna Jazz Festival 2018, che festeggia il sessantesimo anniversario del primo festival jazz nato a Bologna nel 1958 da un’idea di Alberto Alberti e Antonio “Cicci” Foresti, e rilanciato nel 2006 sotto la direzione di Massimo Mutti con la forma e il nome del festival attuale, organizzato dall’Associazione Bologna in Musica. Quest’anno la filosofia di riferimento della rassegna è  quella della Big Band Theory, con grandi organici orchestrali ed ensemble di ampie dimensioni ad abitare dal 25 ottobre al 25 novembre teatri e club tra Bologna, Ferrara, Modena. Si parte  infatti  per la serata inaugurale al Teatro Consorziale di Budrio, con la New Talents Jazz Orchestra, formazione residente dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, diretta da Mario Corvini, con la presenza di Stefano Di Battista al sax.

Spiccano i grandi appuntamenti come quello con Fabrizio Bosso. La più brillante tromba del jazz nazionale sale sul palco dell’Arena del Sole di Bologna il 30 ottobre, con il suo quartetto stabile e l’ensemble di Paolo Silvestri. Quest’ultimo è alla direzione e agli arrangiamenti di un programma orchestrale che, con l’aggiunta dei fiati e del virtuosismo di Bosso,  diviene  una sorta di the best of Duke Ellington, in una lussureggiante veste sonora. Un incontro inedito anche per il sassofonista californiano David Murray e la Tower Jazz Composers Orchestra. Il solista afroamericano di culto e l’esuberante orchestra, il 3 novembre, condivideranno il palco dell’Unipol Auditorium, in una produzione originale del festival. Ma tra gli appuntamenti più attesi c’è quello del 5 novembre al Teatro Duse, quando ancora grazie a una produzione del festival, Cécile McLorin Salvant, nuova jazz diva, punta di diamante del canto jazz profondamente ancorato alle radici afroamericane, incontrerà in veste di ospite speciale la Clayton-Hamilton Jazz Orchestra, formazione creata e diretta da Jeff Clayton, John Claytone Jeff Hamilton, la “migliore band d’America” secondo DownBeat. Di forma e filosofia completamente opposta è l’altra formazione della West Coast in arrivo: l’SFJAZZ Collective, un ottetto di all stars in continua evoluzione che raggruppa a oggi alcuni dei più apprezzati musicisti statunitensi: Miguel Zenón, David Sánchez, Ethienne Charles, Robin Eubanks, Warren Wolf, Edward Simon, Matt Brewer e Obed Calvaire, tutti parimenti leader, solisti, compositori. Li vedremo il 7 novembre all’Unipol Auditorium impegnati in un omaggio alla musica popolare brasiliana di Antônio Carlos Jobim. Il 14 novembre, sempre all’Unipol, in Blues on Bach, altra produzione targata Bologna Jazz Festival, Enrico Pieranunzi e il suo trio incontreranno l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna che fornirà al pianista romano anche la ritmica jazz per intrecciare interessi musicali plurali, dal barocco al bepop, alle musiche di John Lewis, arrangiate da Michele Corcella, sul palco anche come direttore dell’Orchestra.

Intorno ai concerti principali si snoda un fitto programma tra jazz club, piccoli teatri e spazi alternativi. Luoghi di culto, roccaforti della tradizione, come la Cantina Bentivoglio di Bologna e il Torrione San Giovanni-Jazz Club Ferrara, dove passeranno, tra gli altri, il Light Blue Quartet del bassista Martin Wind; i Wilsonian’s Grain guidati dal sassofonista Steve Wilson, un trio di chitarre con Peter Bernstein, Rale Micic, Jesse van Ruller per un omaggio a Jim Hall. A Bologna torna anche il pianista Barry Harris, che dall’1 al 5 novembre terrà anche una masterclass per musicisti alla Cantina Bentivoglio. A Ferrara si susseguono ancora il trombettista Avishai Cohen, un duo con Mark Turner al sax e il celebre pianista dei Bad Plus Ethan Iverson, la band Early in the Morning del trombonista Samuel Blaser con ospite d’eccezione il sassofonista Oliver Lake, il trio del batterista Ferenc Nemeth con il sax di Gregory Tardy, Pat Martino, chitarrista simbolo del jazz anni Sessanta e Settanta, Bill Carrothers in piano solo, e proposte innovative come quelle del sassofonista israeliano Oded Tzur e del chitarrista danese Mikkel Ploug, oltre a un salto nella migliore musica brasiliana con il chitarrista Toninho Horta, che sbarca anche al Bravo Caffè di Bologna, tra gli altri concerti con i Quintorigo,Amp Fiddler, e il Benjamin Koppel, Scott Colley e Brian Blade.

Nelle tante trasferte in provincia di Modena e Ferrara e nell’area metropolitana, il Festival farà tappa a Cento con il trio americano del pianista Antonio Faraò, a Castelfranco Emilia con il trio del pianista Steve Kuhn, a con il duo Antonello Salis-Simone Zanchini, a Carpi con i Manhattan Transfer, a Vignola la Jazz in’It Orchestra, diretta da Marco Ferri e con il sassofonista Jesse Davis in veste di solista ospite, il tutto preceduto dalla performance della Junior Jazz Band diretta da Cristiano Arcelli, e poi ad Anzola Emilia con il quintetto del trombettista norvegese Arne Hiorth, e a Modena con un piano solo di Bill Carrothers.

Numerosi i progetti speciali, tutti concentrati nel capoluogo, tra cui spicca Sound Routes. Notes To Get Closer, progetto dedicato all’integrazione sociale e professionale dei musicisti migranti e rifugiati iniziato nel 2017 e che si concluderà il 28 ottobre al Locomotiv Club con la band TheSound Routes e due ospiti d’eccezione: il noto trombettista Roy Paci e Michel Godard alla tuba. Al Teatro San Leonardo, il 22 novembre, spazio invece a un’icona dell’avanguardia come Andrea Centazzo, in un solo recital per percussioni ed elettronica: un’antologia dei suoi lavori multimediali in occasione dei 70 anni del performer, al quale verrà anche dedicata una conferenza il 21 ottobre, presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Il Binario69 ospiterà una serie di concerti in seconda serata, con Tom Kirkpatrick, il quartetto EuJAMM, il Trio del chitarrista Domenico Caliri e il quartetto Gruppo N.

Molti sono anche i momenti di didattica e di intersezione tra jazz e altre forme espressive. A partire dalla collaborazione con BilBOlbul Festival internazionale di fumetto, di cui sono figlie le immagini originali create per il Bologna Jazz Festival da un illustratore di primo piano come Andrea Bruno, affiancato da un gruppo di persone con problemi psichici e comportamentali. Tra le altre opportunità il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, articolato in diverse sezioni con il coinvolgimento della Big Band del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna. Il progetto sfocia in un concerto dedicato alle musiche di Herbie Hancock e una serie di lavori che intersecano jazz e immagini, impegnando gli studenti bolognesi, allievi di licei,  conservatori e accademie. Attesa anche l’assegnazione delle quattro ambite borse di studio del Premio “Massimo Mutti”. Un’interessante novità è Il jazz va a scuola il primo Convegno nazionale rivolto al mondo della scuola a cura della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano, presieduta da Paolo Fresu, e del MIUR, organizzato per il 17 novembre all’Unipol Auditorium. Nei giorni festivalieri tornano anche le lezioni musicali Jazz Insights con Emiliano Pintori al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, e spazio anche alla musica sul grande schermo con un omaggio al regista Mike Dibb, un progetto di AngelicA – Centro di Ricerca Musicale, con lungometraggi dedicati a Ketih Jarrett e Miles Davis. Al Cinema Lumière saranno proiettate invece tre pellicole di Shirley Clarke, con importanti colonne sonore jazz.

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, TPER, Città Metropolitana di Bologna, Bologna Città Creativa della Musica UNESCO, delmain partnerGruppo Hera e con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.