Claudia Castellucci vince Venezia. All’artista cesenate il Leone d’Argento 2020

 La cerimonia di consegna il 15 ottobre durante la Biennale Danza

24 giugno 2020

Claudia Castellucci conquista Venezia. La ricerca sul movimento che la drammaturga, coreografa e didatta, co-fondatrice con il fratello Romeo, Chiara Guidi e Paolo Guidi della Societas Raffaello Sanzio, porta avanti da decenni è appena stata incoronata da un Leone D’Argento.  “Da tempo conosciamo questa coreografa sobria, seria, minimalista ed esigente, che lavora con sacralità alla sua arte. Recentemente ci ha però stupiti con il suo lavoro sul Catalogue des Oiseaux di Olivier Messiaen. Probabilmente deve essersi stupita lei stessa perché emergono, con accenti sempre sobri, delle folgorazioni delicate, sempre pudiche, che ci riconducono alle origini della creazione e, in particolare alla casa madre dell’amore per la danza e per l’arte, in generale”. A parlare è la coreografa e danzatrice canadese Marie Chouinard, direttrice della Biennale Danza, che assieme al neopresidente Roberto Cicutto ha annunciato l’assegnazione del prestigioso premio che verrà consegnato a Castellucci il 15 ottobre, nell’ambito dell’edizione 2020 del festival il cui programma, previsto inizialmente per giugno, è stato rimandato a ottobre, dal 13 al 25, a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Assegnando il Leone d’Argento all’artista cesenate (nota anche per le molte pubblicazioni e per la sua ricerca metrica e melodica sfociata nella scrittura di numerosi testi drammatici e lirici), Venezia illumina un percorso fondato su una ricerca metrica e in una ricerca sul movimento perseguita attraverso la creazione di numerose Scuole votate al movimento ritmico, tra cui la più recente Mòra, trasformatasi in Compagnia nel 2019. Proprio con la Compagnia Mòra Castellucci ha creato il ballo Fisica dell’aspra comunione, che andrà in scena venerdì 16 ottobre alle 21.00 presso il Teatro Piccolo Arsenale. Il ballo percorre uno schema di movimenti dedotti dal Catalogue d’Oiseaux che Olivier Messiaen compose per il pianoforte tra il 1956 e il 1958, dopo una lunga osservazione e annotazione sul pentagramma del canto degli uccelli. Prendendo a modello la continuità di quel canto, si cerca nella danza “un senso di permanenza nell’ ‘ora’, che sia indifferente alla misura e attento al ritmo soltanto, per rimanere molto più a lungo di un istante in ogni istante – spiega la coreografa –. Cogliendo, come Messiaen, la vita recondita degli uccelli, tra ramo e ramo, la composizione osserva anche che il volo di questi esseri alati è un moto che va soltanto ‘in avanti’: questo indica la continuità della linea motoria e la franchezza dello stare e dell’andare di fronte al prossimo”. I brani di Messiaen saranno eseguiti dal vivo dal pianista Matteo Ramon Arevalos.