I Concerti del Boito alla settima edizione. Si comincia con Bach e concerti dedicati alla Memoria 

A Parma, dal 22 gennaio al 28 maggio

22 gennaio 2020

Inserita nella programmazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, la settima edizione de I Concerti del Boito intreccia quattro filoni tematici: i 250 anni dalla nascita di Beethoven, il 250° anniversario del viaggio di Mozart in Italia, i 100 anni dalla nascita di Bruno Maderna e le Giornate della Memoria. La rassegna, organizzata dal Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma in collaborazione con Casa della Musica, Università di Parma e Pastorale universitaria, propone trenta concerti a ingresso libero che si snoderanno, dal 22 gennaio al 28 maggio, in quattro sedi parmensi: Auditorium del Carmine, Sala dei Concerti di Palazzo Cusani, Aula Magna dell’Ateneo e Chiesa di San Rocco.

Il primo appuntamento è per mercoledì 22 gennaio, alle 20.30, nell’Aula Magna dell’Università con le musiche di Johann Sebastian Bach e la fisarmonica di Giorgio Dellarole, nel concerto Johann Sebastian Bach: viaggio in Italia e in Francia. Il tema del viaggio è uno dei fili conduttori della rassegna dei Concerti del Boito di quest’anno e viene declinato, in questo caso, facendo riferimento ad un doppio viaggio mancato: sembra infatti che Bach non si sia mai allontanato, fisicamente, dal centro della attuale Germania (se si esclude il viaggio che nell’autunno del 1705 lo portò a Lubecca). Il tema del concerto è quindi un viaggio virtuale tra gli stili musicali italiano e francese che Bach integrò in maniera mirabile, contribuendo a creare lo stile tedesco.

Seguiranno concerti dedicati alle Giornate della memoria: gli appuntamenti propongono delle riflessioni musicali sul tema dell’Olocausto e sono tre, tutti in programma alle 20.30 all’Auditorium del Carmine. Il primo, lunedì 27 gennaio, sotto il titolo La ninna nanna del Führer, ruota attorno alla vita, la musica e la storia nel ghetto di Terezin. Il titolo è tratto da un libro di Francesco Toso, pubblicato nel 2012, in cui si mettono in luce gli inquietanti legami fra arte e potere nella Germania di Hitler. In particolare, la musica fu resa dal nazismo una potente ed efficiente macchina di propaganda; nello spettacolo infatti ai racconti e alla musica vengono aggiunti dei video che gli stessi nazisti hanno girato per una propaganda delirante intenta a nascondere la realtà agghiacciante del ghetto. Per gli internati, viceversa, la musica rappresentava una sorta di resistenza al dolore. Questo percorso emozionale tracciato tra testimonianze storiche e l’esecuzione di brani musicali è reso possibile da Ensemble vocale-strumentale del Conservatorio Arrigo Boito diretto da Ilaria Poldi.

Il giorno seguente, martedì 28 gennaio, va in scena l’opera Das Tagebuch der Anne Frank (Diario di Anna Frank), scritta nel 1968 da Grigori Frid, compositore molto attivo nell’Unione Sovietica e legatissimo a Shostacovich, il cui linguaggio compositivo echeggia anche in questa opera. Frid estrae liberamente ventuno frammenti dal diario di Anna Frank, concentrandosi sulle sue riflessioni più intime, sul mondo interiore di Anna, e alternando momenti di paura e di curiosità, di osservazione del mondo esterno e della propria crescita, di turbamenti, trepidazioni, speranza della liberazione. Ad interpretare questa mono-oper fridiana, in scena troviamo la soprano Stela Dicusara e la danzatrice Eszter Petràny, accompagnate dal pianoforte di Riccardo Mascia. Lo spettacolo è sovratitolato.

Il terzo appuntamento, mercoledì 29 gennaio, è dedicato ai musicisti e poeti nella Shoah e vede protagonisti la mezzosoprano Adriana Cicogna e la pianista Claudia Rondelli, mentre il filo narrativo è affidato alle voci recitanti di Paolo Briganti e Mirella Cenni. Questo omaggio porta il titolo La musica perseguitata, è ricco di brani e struggenti melodie ebraiche, e tra i compositori (Ravel, Busoni, Finzi, Mahler, Eisler, Klein, Schumann) ne troviamo due assassinati nel 1944 ad Auschwitz: Pavel Haas e Ilse Herlingher Weber. La Weber arrivò nel campo di sterminio da Terezin, “il ghetto modello” da cui partivano i trasporti per Auschwitz e dove lei aveva lavorato come infermiera per i bambini del campo e scritto per loro decine di poesie-canzoni-ninne nanne (scritti diventati successivamente patrimonio dell’umanità). “Wiegala”, la ninna nanna inserita nel programma del concerto, è tra questi e la Weber la cantò assieme ai “suoi” bambini mentre entrava con loro, lei volontariamente, per non abbandonarli, nella camera a gas.

Gli appuntamenti inseriti nel tema Beethoven 2020 esploreranno la musica del compositore di Bonn ma anche i suoi dintorni, ragionando su quello che ha significato questa produzione per i contemporanei e per le epoche successive. Il viaggio di Mozart in Italia – Mozart in Erasmus indagherà, attraverso la produzione mozartiana e quella coeva, il tema del viaggio di formazione (reale o figurato) di ogni musicista, facendo anche riferimento al progetto Erasmus e alle odierne relazioni didattiche con l’Oriente. Bruno Maderna, l’eclettico sarà il titolo di una serie di concerti che ruoteranno attorno alla poliedrica creatività di Maderna, stimolo per esplorare anche altri repertori, a volte appartenenti a periodi storici lontani.

 Ai trenta concerti della rassegna invernale e primaverile seguirà, in autunno, il progetto L. van Beethoven. Le Sinfonie trascritte, con altri sei appuntamenti (dal 7 novembre al 16 dicembre) in cui i capolavori beethoveniani verranno proposti in trascrizioni cameristiche con pianoforte e interpretati dai docenti e allievi del Conservatorio “Arrigo Boito”, con la partecipazione di danzatrici e attori professionisti.