Dal teatro alle “Vie” del mondo. I quindici anni del festival di Ert. Dal 21 febbraio al 1° marzo

Dal 21 febbraio al 1° marzo a Modena, Bologna, Cesena, Carpi, Spilamberto

04 febbraio 2020

Quattordici spettacoli in cinque città, sette produzioni Ert, tre prime assolute e sei prime nazionali, artisti provenienti da dieci paesi diversi. I numeri della quindicesima edizione di Vie Festival bastano a raccontare la vocazione del festival di teatro, danza, musica e performance organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione: cartografare il presente. Un presente sociale e politico complesso, quello europeo, che il teatro e le arti performative provano a interpretare e demistificare, secondo le indicazioni dei maestri della ricerca novecentesca che i talenti contemporanei accolgono e rilanciano in direzioni radicali.

Dal 21 febbraio al 1° marzo Ert chiama perciò a raccolta maestri riconosciuti e talenti emergenti nei suoi teatri di Modena, Bologna, Cesena, Carpi e (novità di quest’anno) Spilamberto, allargandosi ad altri spazi dei territori abitati dalla Fondazione, come Il Faro di Spilamberto, appunto, ma anche i padiglioni della Fiera e il Mast Auditorium di Bologna e il Teatro Comandini a Cesena, e collegando tutte le location tramite un servizio di navette (su prenotazione).

Il proposito, spiega il direttore Claudio Longhi “è di intercettare e mappare il delinearsi di sempre nuove identità e soggettività nell’ambito dello spettacolo dal vivo, di cammino in cammino, anzi di via in via, sullo sfondo di una stagione Ert chiamata a interrogarsi sulle controverse eredità del Novecento e sull’ambigua genesi del concetto di nuovo. Il programma di questa edizione si squaderna agli occhi dello spettatore come un suggestivo atlante dei tratturi e delle autostrade, dei camminamenti e dei vialetti, delle passeggiate e dei sentieri, delle vie, insomma dell’Europa di oggi: via, termine che deriva dalla radice indoeropea *wegh- con il suffisso -ya, significante ‘andare’, ma che esprime anche il senso di ‘trasporto”.

Il Festival, insomma, è un’occasione per sottolineare ancora una volta la volontà del Teatro Nazionale della regione di svolgere un servizio pubblico intendendo il teatro come pensiero e assunzione di responsabilità da parte di una comunità riunita. E d’altronde proprio a due pensatori viventi è affidato il taglio del nastro. Saranno le voci del filosofo e scrittore spagnolo Fernando Savater e lo storico e scrittore Donald Sassoon, intrecciate alle letture a cura di Lino Guanciale, a dare il benvenuto al pubblico il 21 febbraio allo Storchi di Modena, in una serata intitolata Sweet Home Utopia. Dialogo tra Europa e democrazia.

Poi, spazio agli spettacoli. Tra i grandi appuntamenti il ritorno di Pascal Rambert, che il 22 e 23 febbraio presenta in prima nazionale al Teatro Arena del Sole di Bologna Architecture. Lo spettacolo, che ha aperto il Festival d’Avignone 2019 ed è coprodotto da Ert, è la storia di una famiglia ambientata negli anni oscuri a cavallo delle due guerre mondiali. Sul palco un cast straordinario con famosi attori della scena francese, a partire da Emmanuelle Béart.  Dal 28 febbraio al 1° marzo nel padiglione 36 di Bologna Fiera, arriva invece per la prima volta in Italia il collettivo fiammingo FC Bergman con Het Land Nod, spettacolo senza testo che racconta con immagini potenti una storia sulla Galleria Rubens al Royal Museum of Fine Arts di Anversa.

Due eventi di rilievo arrivano dalla Germania. Dal 26 al 27 febbraio al Teatro Storchi di Modena Angela Richter presenta in prima nazionale una originale Antigone del filosofo sloveno Slavoj Žižek (co-prodotta da Ert) che rielaborando il grande classico produce una analisi molto profonda del sistema Europa. E sempre in prima nazionale e allo Storchi il 1° marzo arriva Bajazet, nuovo lavoro del regista tedesco Frank Castorf, un maestro del teatro contemporaneo che qui fa dialogare Racine e Artaud. Prendendo parte a un progetto di collaborazione europea, Ert co-produce anche la nuova creazione di Massimo Furlan e Claire de Ripaupierre, Concorso europeo della canzone filosofica, in prima nazionale al Teatro Bonci di Cesena il 22 e il 23 febbraio. Lo spettacolo è una versione semiseria del noto format televisivo canoro Eurovision, che propone una riflessione sul tema dell’identità dei diversi paesi rappresentati nella Comunità Europea. Per l’edizione 2020 di VIE, Furlan sarà affiancato sul palco da Federica Fracassi e da una giuria di esperti creata ad hoc, composta dal filosofo Stefano Bonaga, dalla scrittrice Michela Murgia, dal cantautore Daniele Silvestri e da Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio3, e presieduta dalla giornalista Loredana Lipperini.

Dall’America Latina arrivano poi l’uruguaiano Gabriel Calderón, talento della nuova drammaturgia sudamericana che dirige gli allievi del corso di dramaturg della scuola Iolanda Gazzerro in una lettura scenica su testi da loro composti (il 22 e il 23 febbraio a Spilamberto) e il cileno Guillermo Calderón, che nel suo recente Dragón, in scena in prima nazionale il 27 febbraio al Teatro Comunale di Carpi, mette in discussione la posizione dell’arte nelle battaglie politiche. Dopo 1984, il pluripremiato regista scozzese Matthew Lenton torna invece a collaborare con Ert con The Metamorphosis, un adattamento del racconto di Franz Kafka che arriva in prima assoluta al Teatro Bonci il 28 e 29 febbraio.

Il fronte italiano è ben rappresentato, a partire dal duo Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che per la prima volta dirigono un giovane attore, Francesco Alberici, su un testo non scritto da loro che si interroga sulle conseguenze della politica sulla vita dei singoli, ovvero Chi ha ucciso mio padre dell’altrettanto giovanissimo autore francese Édouard Louis, ospite il 22 febbraio al termine della prima replica al Teatro delle Passioni (la seconda è il 23). Il 29 febbraio all’Arena del Sole arriva invece Nudità in cui il coreografo Virgilio Sieni dialoga in scena con il grande maestro della tradizione dei pupi palermitana Mimmo Cuticchio. Debutto assoluto anche per la produzione di Ert Get your shit together di Luca Carboni e Gabriel Da Costa in scena dal 25 al 27 febbraio sempre alle Passioni. Due, infine, gli appuntamenti musicali: il 27 febbraio al MAST.Auditorium di Bologna c’è Miri, concerto di Bassekou Kouyaté & Ngoni Ba, gruppo originario del Mali, mentre il 28 febbraio al Comandini di Cesena arriva Storm Atlas, live concert di Dewey Dell.

Due le novità di quest’edizione da segnalare: dal 27 febbraio al 1°marzo a Bologna si terrà il III Convegno EASTAP (European Association for the Study of Theatre and Performance) a cura di Claudio Longhi e Daniele Vianello, mentre nell’ambito del progetto Così sarà! La città che vogliamo nasce Daily Kepler. Cronaca fantastica di una realtà incomprensibile: durante alcune giornate del Festival, a partire dalle notizie lette ogni mattina sui giornali, la compagnia Kepler-452 costruirà una performance radiofonica in diretta sulle frequenze di Radio Città del Capo, in cui dati reali e supposizioni immaginarie diventeranno la base per una riscrittura teatrale della cronaca locale.