Danza Urbana. Un festival 'non conforme'

La XXIII edizione a Bologna dal 3 all’8 settembre

31 agosto 2019

Spazi, corpi e relazioni eccezionali: è il desiderio di “non conformità” la stella polare della nuova edizione del Festival Danza Urbana di Bologna. Un festival che, a dire il vero, a certe stelle ha dato vita più che seguirle soltanto, non essendo affatto nuovo a pensieri dirompenti e pratiche originali che ibridano danza, musica, performance, spazio, corpi, pensiero e investimento politico e sociale. Da oltre vent’anni, infatti, – questo è il ventitreesimo – la rassegna bolognese diretta da Massimo Carosi porta la danza in luoghi centralissimi o segreti della città con formati sempre nuovi, aperti e destrutturati, che riscrivono temporaneamente spazi e incontri dando vita a immagini e visioni speciali, futuristiche, desiderabili o distopiche.

I lavori in programma in questa edizione guardano soprattutto alle fragilità e marginalità del presente, portando in scena corpi “non conformi” che parlano di umanità. Umanità da scoprire, da amare, da accudire, da valorizzare, da includere. I molti appuntamenti sono concentrati tra 3 e 8 settembre, con una partenza dal titolo significativo. Il 3 si comincia infatti al San Filippo Neri con La bellezza ti stupirà di Enzo Cosimi, maestro della coreografia che, lavorando con associazioni nevralgiche della città come Cantieri Meticci, Ass. Naufragi, Centro Zonarelli, ASP-Bologna, Società Dolce, Piazza Grande, Ass. MondoDonna e Làbas, ha coinvolto nella creazione persone senza fissa dimora, richiedenti asilo, donne vittima di tratta, persone che vivono ai margini.

Allenare gli occhi a guardare il reale in modo nuovo è anche il senso di Square di Lorenzo Bianchi Hoesch, una installazione interattiva, un’opera multimediale, un’azione performativa in partenza da Cortile Guido Fanti di Palazzo D’Accursio. Il 5 e il 6 settembre, due spettatori alla volta, dotati di cuffie e smartphone, esploreranno lo spazio intorno a Piazza Maggiore, per immaginare (guidati, naturalmente) la città che sarà, e i cittadini che potrebbero essere. L’opera sonora, realizzata apposta per Bologna, sarà poi messa in esposizione alla Fondazione per l’Innovazione Urbana.  Ma oltre alle repliche di Square il 6 settembre arriva anche Francesca Penzo con Melt, il primo studio di un duetto realizzato per Orlando Izzo e la guineana Amara Sacko, che rientra nel progetto Fattoria Indaco, che si propone di lavorare, attraverso la danza, a una maggiore inclusione e accessibilità dei giovani di seconda e terza generazione e richiedenti asilo, nel territorio cittadino.

Un’altra bella novità, stavolta concentrata su un altro versante dell’urgenza che pressa il presente, ovvero sui temi dell’ecologia e dell’ambientalismo, è il progetto Sedimenti, una delle sezioni del progetto Petrolio, prodotto per Matera Capitale europea della cultura 2019, che ha dato vita a un’opera collettiva in programma il 6 settembre a Piazza San Francesco. Lo spettacolo, che racconta della relazione tra uomo e natura tra le diverse sponde del mediterraneo, è nato in quattro tappe di lavoro dalla collaborazione tra quattro artisti straordinari come il libanese Bassam Abou Diab, lo spagnolo originario del Nicaragua Yeinner Chicas e gli italiani Olimpia Fortuni Leonardo Maietto. S’intitola Who cares? Ecologia del dialogo e si interroga, appunto, sui disastri ambientali, sulla comunità, sul peso della cultura e della politica. E ancora uomo e natura sono al centro della danza del giapponese Hisahi Watanabe in scena il 4 settembre all’Orto Botanico con elementi di giocoleria mescolati a composizione coreografica, e dell’assolo Galapago di Ivan Benito, che attraverso la danza pone domande sul futuro dell’ambiente e della sopravvivenza della specie. Tra i maestri si segnala anche (il 4 e 5 settembre nella Pinacoteca Nazionale) il Leone d’Oro Alessandro Sciarroni, che dalla tradizione bolognese della Polka Chinata primonovecentesca ha tratto, con la consulenza del maestro Giancarlo Stagni, una coreografia intitolata Save the last dance for me.  Un appassionante ballo di coppia che fa rivivere una antica danza di corteggiamento eseguita da soli uomini e in via d’estinzione.

Poi gli appuntamenti con le reti. Immancabile Network Anticorpi XL, che ha segnalato per quest’anno le creazioni di due giovani coreografi in scena il 4 settembre nei pressi di Palazzo D’Accursio. Sono Stellario Di Blasi, che lavora sulla figura di un Caronte ancora giovane e non ancora feroce, e Nicola Galli, che con Genoma scenico propone un gioco interattivo in cui sarà direttamente il pubblico a scegliere cosa far fare ai quattro danzatori in scena. Per il concorso coreografico internazionale MasDanza Platform si guarda invece all’oriente. Il 7 settembre in Piazzetta Pasolini arrivano infatti Birdy, un duetto lirico che racconta della continua ricerca della libertà della compagnia taiwanese Hung Dance, e i cinesi Zhiren Xiao e Ran Sun.

E poi, ancora, gli appuntamenti del progetto Convergenze che fa in contrare festival e città con iniziative laboratoriali, uno “Stormo” ideato e condotto da Matteo Lanfranchi di Effetto Larsen, una passeggiata performativa nel paesaggio urbano con la guida di un gruppo di giovani studenti del Master in coreografia del Centro Internazionale di Danza HZT di Berlino, il Dance Mob Lab di Gohatto Project.

Il Festival Danza Urbana è sostenuto dal Comune di Bologna Dipartimento cultura e promozione della città.