Della Madre. Nel Cantiere aperto di Perrotta

Il 17 dicembre a Rubiera

11 dicembre 2019

La mamma è sempre la mamma. Difficile mettere in discussione la figura più granitica e santificata di tutti i tempi, forse la più fertile nel mondo dell’arte, la più raccontata, descritta, ritratta. Ci prova Mario Perrotta col suo teatro di ombre e di parole, di dialetti, di vita quotidiana e di figure ordinarie evocate con l’arte paziente e artigianale di costruire personaggi che assomigliano davvero a noi per come siamo adesso, nel presente. E prova non a demolirla, naturalmente, ma a studiarne status e idiosincrasie contemporanee, evoluzioni, metamorfosi ed eredità storica, come secondo atto di una trilogia che sta prendendo forma intorno a un nodo inestricabile e bollente dell’esistenza, ovvero la famiglia, con la preziosa consulenza alla drammaturgia di Massimo Recalcati (star della psicanalisi che proprio ai rapporti familiari ha dedicato larga parte delle sue ricerche)

Quella della madre, infatti, secondo l’attore, autore e regista è “una figura che – nonostante l’evoluzione del ruolo materno degli ultimi decenni – ha mantenuto costante nel tempo una sorta di sacralità e onniscienza che la rende ingiudicabile, al di sopra del bene e del male. Ed è così compresa nel suo ruolo che rischia di diventare soffocante nei confronti dei figli e escludente nei confronti di quei pochi padri che vorrebbero interpretare a pieno titolo il proprio ruolo”

E se tra le prove d’attore più riuscite dell’ultima stagione c’è stata sicuramente quella dello stesso Perrotta, che ha portato in scena tre figure paterne totalmente differenti (dal padre amico a quello colto) ma accomunate da una identica, dolorosa impossibilità di parlare con i figli – a giocarsi il difficile ruolo della madre nel secondo capitolo della trilogia è Paola Roscioli, attrice intesa e raffinata già protagonista di lavori precedenti della compagnia. Il nuovo spettacolo, che vede in scena anche il regista, avrà il suo debutto in prima nazionale a gennaio 2020 al Piccolo di Milano. Preziosa quindi l’opportunità di entrare in anteprima nel cantiere della produzione, assistendo, il 17 dicembre alle 21, a una sessione aperta di lavoro programmata da La Corte Ospitale al Teatro Herberia di Rubiera.

Dopo aver puntato la lente d’ingrandimento sulla figura evanescente dei padri contemporanei, gli occhi saranno dunque puntati sulla complessa esperienza della maternità. Un’esperienza straordinaria non di centramento ma di decentramento, come spiega Recalcati, e che rischia tuttavia di diventare patologia in un doppio senso, sia che una donna dimentichi di essere tale e cancelli i suoi desideri per dedicarsi ai figli, sia che viva il proprio essere madre come un handicap. Infatti, “mentre nella madre patriarcale la madre uccide la donna – scrive lo psicanalista nelle sue note – nella madre ipermoderna e narcisistica è la donna che uccide la madre”.