Fronte del Porto, da New York a Napoli

Dal 18 al 21 ottobre al Teatro Storchi il debutto del nuovo spettacolo di Alessandro Gassmann

17 ottobre 2018

Per gli appassionati di cinema e letteratura statunitense Fronte del Porto è un vero e proprio cult. Nata da una serie di inchieste che risvegliarono nell’America dei primi anni cinquanta la consapevolezza dell’avventurosa vita quotidiana nel porto di New York animata da boss, delitti, tangenti ed estorsioni, l’appassionante storia della redenzione di Terry Malloy, ex pugile coinvolto nel racket portuale, ha generato filiazioni diverse e complementari. Alla sceneggiatura che lui stesso scrisse per il celebre film di Elia Kazan, vincitore di otto Oscar nel 1954, intitolato appunto Fronte del Porto, Budd Schulberg si ispirò successivamente per la stesura di un testo letterario, e da questo l’inglese Steven Berkoff trasse infine un adattamento teatrale. E proprio da quest’ultimo è partito il drammaturgo Enrico Ianniello per dare vita a un nuovo adattamento commissionato da Alessandro Gassmann, che dopo “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e “La parola ai giurati” è alla terza prova di regia nel solco di un percorso che incrocia teatro e cinema, per raccontare una più che mai attuale ‘faticosa ricerca di libertà’, attraverso un teatro d’intensa carica emotiva e sociale.

Il nuovo lavoro, prodotto dalla Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini e dal Teatro Stabile di Catania, debutta in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena, con repliche dal 18 al 21 ottobre, precedute, il 17 settembre alle 21.15, dalla proiezione alla Sala Truffaut della pellicola di Elia Kazan.

“In questo momento, in questo paese – ha sottolineato il regista, autore anche della complessa scenografia – non c’è storia più urgente da raccontare come quella di Fronte del Porto: una comunità di onesti lavoratori sottopagati e vessati dalla malavita organizzata che trova, attraverso il coraggio di un uomo, la forza di rialzare la testa e fare un passo verso la legalità, la giustizia, la libertà”. A Ianniello, attore e scrittore campano, il regista ha chiesto quindi di trasferire le vicende e le atmosfere newyorkesi di metà novecento, nella Napoli degli anni ’80, dove la camorra era organizzata e presente tra gli operai del porto industriale. La narrazione di Ianniello, tra le altre cose già autore del fortunato “Chiòve”  e di  “I Giocatori” del catalano Pau Mirò, intercetta così relazioni intense e rabbiose, mescolando un napoletano italianizzato alle atmosfere dei polizieschi, scrivendo un’opera corale che attinge molto anche alle musiche dei film, ai colori della moda e ai riferimenti culturali di quegli anni, con i costumi di Mariano Tufano, le luci di Marco Palmieri, le videografie di Marco Schiavoni, le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi e il sound design di Alessio Foglia.

Accanto a Daniele Russo, protagonista della pièce nel ruolo che fu di Marlon Brando nel film di Kazan, attore che Gassmann aveva già diretto in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, altri undici interpreti. Saranno Antimo Casertano, Orlando Cinque, Sergio Del Prete, Francesca De Nicolais, Vincenzo Esposito, Ernesto Lama, Daniele Marino, Biagio Musella, Edoardo Sorgente, Pierluigi Tortora, Bruno Tràmice a rievocare la vita del porto partenopeo, le vite degli operai e dei loro aguzzini, in un’attenta ricostruzione di suoni, rumori, e lingua di quella Napoli degli anni in cui stava cambiando pelle e assetti criminali: gli anni del terremoto e di Cutolo, quando il porto era sempre più al centro di interessi diversi, legali e illegali. “La nostra storia – anticipa Ianniello – si sviluppa coerentemente tra Calata Marinella e la sua baraccopoli, la Chiesa del Carmine, il molo Bausan, la Darsena Granili, l’avveniristica Casa del Portuale di Aldo Rossi. E, purtroppo, non è stato necessario inventarsi nulla per restituire credibilmente le storie di caporalato, soprusi e gestione violenta del mercato del lavoro in quello specchio della città che è il nostro Fronte del Porto”.