Intelligenza e coraggio battono forza. Il lieto fine di Gianni e il Gigante

A Gualtieri il 23 e 24 maggio e a Ravenna il 25 maggio

20 maggio 2019

Imprudenza, coraggio e astuzia: è la ricetta perfetta delle fiabe classiche. Che si tratti di fratellini abbandonati da chi dovrebbe prendersi cura di loro, di dolci bimbe mandate all’avventura nei boschi da mamme sprovvedute, o di giovanotti irrequieti e desiderosi di avventura, quasi sempre i protagonisti delle grandi storie per i più piccoli (ma non solo) sono bambini che si lanciano in peripezie mozzafiato e sconfiggono streghe, draghi, lupi cattivi e famelici giganti. Emanuela Dall’Aglio queste storie se le mette sulle spalle, alla lettera. Nel senso che la regista, scenografa e costumista di Parma per la sua Trilogia di Storie sulle spalle ha costruito dei veri e propri costumi-storia che le permettono di portarsi addosso scene e personaggi delle vicende che racconta, dispiegando, sotto gonne pompose e cappelli magnifici, interni di famiglia ma anche montagne innevate e villaggi pieni di casette. Un susseguirsi di effetti speciali, insomma, che nasce da una rara artigianalità teatrale che emoziona e sorprende.

L’ultimo lavoro della trilogia prodotta dal Teatro delle Briciole di Parma è Gianni e il Gigante, liberamente ispirato alla fiaba dei Grimm “Sette in un colpo”. Lo si vedrà al Teatro Sociale di Gualtieri il 23 maggio alle 9 e alle 11 e il 24 maggio alle 9 e alle 21, e al Festival ravennate Arrivano dal Mare! il 25 maggio alle 21. Nello spettacolo, dedicato ai bambini dai quattro anni, ma emozionante anche per i più grandi, dopo Rosso Cappuccetto e Gretel e Hänsel, Dall’Aglio affronta un altro archetipo della paura: il gigante dalla forza sovrumana ma di scarsa intelligenza, che mangia i bambini. Non Gianni, però, perché il piccolo apprendista sarto, esperto ammazzamosche, ritrovatosi in una condizione di pericolo in casa dei due giganti che terrorizzano il villaggio, li sfida in una gara di astuzia (una delle strutture tipiche della fiaba orale) e torna a casa vittorioso. A differenza degli altri due lavori, però, qui l’abito motore dell’azione si apre fino al punto di lasciar emergere figure che addirittura si staccano dal corpo della narratrice, e conquistano una scena che si fa sempre più popolosa. “La fusione tra fiaba classica e moderna interpretazione visiva – spiega la regista – riflette la misteriosa universalità della fiaba antica, anche grazie a una minuziosa partitura vocale e musicale, che scandisce tutte le tappe del viaggio iniziatico del protagonista”. Le raffinate musiche e i suoni che sottolineano l’azione sono infatti di Mirto Baliani, mentre in scena, nascosta dietro il favoloso costume, a dare voce e movimento alle figure insieme alla Dall’Aglio, c’è Veronica Pastorino.