Intersezioni e sensibilità digitali a Node 2018

Dal 14 al 17 novembre a Modena

13 novembre 2018

Arti elettroniche, visioni e idee di futuro attraverso un percorso multisensoriale fatto di installazioni interattive, creazioni di video-maker e sound designer, per andare a caccia dei più interessanti esiti della sensibilità digitale contemporanea e dell’unione tra musica e arti. È Node, il festival organizzato da Lemniscata a Modena, e la sua nona edizione, in scena dal 14 al 17 novembre, punta tutto sul filo dorato che lega minimalismo radicale e suoni ad alta definizione, sull’espressionismo del suono che produce ambienti iperreali e acquatici, mescolando scienza, natura e arte.

Il concetto di ‘unione delle parti’ rappresenta il tema chiave di una mostra che fa da preludio alla rassegna. Quella di Ryoichi Kurokawa, artista giapponese di stanza a Berlino, maestro di un’arte fondata sullo scorrimento temporale, dove suono e immagine si uniscono in modo indivisibile. Riprendendo l’antica arte del kintsugi, la mostra, inaugurata a settembre e aperta fino al 24 febbraio 2019 alla Galleria Civica di Modena, si intitola infatti al-jabr, radice araba da cui deriva il termine ‘algebra’ la cui etimologia indica la ricomposizione delle parti di un insieme.

Gli appuntamenti di Node cominciano invece il 14 novembre. Si parte alle 21 con un concerto di apertura ospitato dalla seicentesca Chiesa di San Bartolomeo, capolavoro architettonico del barocco che farà da originale contrappunto al live di Masayoshi Fujita, compositore giapponese, anche lui residente a Berlino, famoso per il suo utilizzo non convenzionale del vibrafono, che l’artista fa interagire con fogli di alluminio o frammenti di metallo che ne ampliano la portata del suono, per evocare immagini, atmosfere e paesaggi, che conducono l’ascoltatore in un ideale viaggio a ritroso nella propria memoria e nei propri ricordi.

Il 15 novembre appuntamento invece al Planetario Civico “F. Martino” di Modena, sempre alle 21, dove si rinnova la collaborazione con la rassegna Paradoxes e con Orthographe che curerà il light design all’interno della cupola. Protagonisti i tunnel psichici creati da Caterina Barbieri.  Certa che “la natura stratificata della coscienza e la relatività della percezione sono tra i più grandi segreti che possiamo sperimentare attraverso il suono” l’artista italiana di casa a Berlino con il suo nuovo live precipiterà infatti i partecipanti in un viaggio ipnotico, come in “Vertical” e nell’ultimo “Patterns of Consciousness”.

Venerdì 16 novembre, quando il festival approderà nella sua location storica, la Galleria Civica di Modena, i protagonisti si moltiplicheranno. In programma, infatti, a partire dalle 21, lo sloveno Tadej Drolic, artista multidisciplinare e programmatore creativo che lavora sulle relazioni in tempo reale tra musica, suono e animazione 3D; Stefano Pilia e Massimo Pupillo, due dei più eclettici musicisti italiani, e i Visible Cloaks, duo americano formato da Spencer Doran e Ryan Carlile che a NODE presenta l’album Reassemblage, un’esperienza di coscienza aumentata che prende spunto dall’immaginario del Giappone anni 80, fatta di synth e melodie che accompagnano la meditazione e l’immersione in territori post-umani.

Il 17 novembre, gli appuntamenti cominciano nel pomeriggio, alle 17, con un concerto nel Teatro Anatomico di Modena di Tomoko Sauvage, musicista e sound artist giapponese di stanza a Parigi, che sviluppa la sua ricerca intorno a gocce, onde e bolle, amplificate da una serie di idrofoni per dar vita a percussioni accidentali e feedback acquatici. Alle 21 una nebbia blu avvolgerà il Teatro Storchi per accogliere la musica ancestrale dell’australiano Ben Frost, tra i più importanti interpreti del suono contemporaneo, compositore di diverse colonne sonore per la danza, il cinema e serie tv, che nel suo ultimo album, “The Centre Cannot Hold”, protagonista del live per Node, mescola ambient, drone, elettronica e black metal, e proiezioni video di Marcel Weber / MFO. A seguire, chiuderà il festival la performance del giapponese Hiroaki Umeda, ballerino e coreografo esponente di spicco dell’avanguardia nipponica grazie alle sue pièce, di approccio multidisciplinare, sul difficile equilibrio fra violenza visiva e sonora e una raffinata delicatezza di stampo orientale. In “Intensional Particle”, il progetto presentato a Modena, Umeda si muoverà su un fondale nero districandosi tra le forme suggerite dal muoversi delle particelle digitali che scorrono alle sue spalle, per evocare suggestioni di oggetti dalla natura effimera e in continua metamorfosi.

Dal 14 al 16 novembre, allo spazio ex-industriale La Torre, sarà visibile M.U.R.O., installazione monumentale realizzata, in collaborazione con Natartribe e Recipient.cc, da Jacopo Ceccarelli in arte 2501, artista noto per i suoi murali sparsi in tutto il mondo e i lavori multimediali tra pittura, installazione, suono e scultura, a cui il festival ha affidato la realizzazione dell’immagine guida di quest’anno.

NODE è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, dell’Assessorato alla cultura del Comune di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.