Inverno. La danza di Favale tra le dune bianche di Concave

Il 22 dicembre a Bologna

21 dicembre 2018

Sole o pioggia, neve o grandine, freddo gelido o caldo insopportabile, nel ciclo coreografico infinito che Fabrizio Favale con la sua compagnia Le Supplici ha ideato nell’ambito di Agorà, dopo un confronto con Elena Di Gioia e Andrea A. La Bozzetta, danzatori e spettatori non si fermano mai, non rinunciano per nessun motivo al loro appuntamento speciale negli spazi aperti, naturali, agricoli e industriali dell’Area Metropolitana di Bologna, per festeggiare insieme la stagione che arriva.

Nelle Stagioni Invisibili, come s’intitola il ciclo, danza e paesaggio s’intrecciano infatti in quattro appuntamenti per scandire il passaggio delle stagioni, accogliendone ogni aspetto, i colori, le temperature, gli imprevisti, il profumo, il variare delle condizioni e degli animi, la cultura popolare senza tempo che si riattiva nelle metamorfosi e sulle soglie. Dopo il debutto del progetto con Autunno nell’area naturalistica di Boscovivo ad Argelato, tra il bosco e le radure con la sorpresa dell’acqua, con il solstizio d’inverno è tempo di celebrare l’arrivo della stagione fredda. Inverno andrà in scena a Bologna il 22 dicembre nel suggestivo paesaggio lunare di dune bianche dell’impianto industriale di Concave, in via Zanardi 526, dove alle 15, con i macchinari azionati al lavoro, i danzatori Daniele Bianco, Daniel Cantero, Vincenzo Cappuccio, Martina Danieli, Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale, Francesco Leone, Valentina Palmisano, Mirko Paparusso, Angelo Petracca e Filippo Scotti esploreranno lo spazio alla ricerca delle figure invisibili che lo animano in questo particolare tempo.

Attraverso la sua danza e le sue ricerche coreografiche, Favale, tra i più noti e apprezzati coreografi italiani, osserva infatti il mondo, la relazione tra uomo e paesaggio, guardando soprattutto negli interstizi tra visibile e invisibile, tra la terra e il cielo, tra le sensazioni concrete del presente e i desideri proiettati lontano. Nel ciclo nomade e itinerante delle Stagioni invisibili, che il coreografo ha dedicato a Ermanno Olmi, la danza genera incontri che hanno la consistenza dell’apparizione e dell’epifania con esseri, forme e profili di animali, vegetali o umani non chiaramente identificabili, che nel resto dell’anno sono invisibili, celati e custoditi dalla natura. Ogni spettacolo quindi è un raduno per attendere insieme al pubblico che la meraviglia di ogni stagione si compia, gli spettatori infatti sono invitati a portare con sé oggetti, cibi e bevande, per stare comodi e in uno stato di confort affettivo durante questi poetici appostamenti. Dopo l’impianto di Concave il viaggio proseguirà, in primavera ed estate, verso la geometria di un pioppeto al silenzio e tra i segreti dell’Oasi La Rizza. Le Stagioni Invisibili è una produzione di KLM – Kinkaleri / Le Supplici / mk per Agorà con il sostegno di ATER, con il contributo di MIBAC e Regione Emilia-Romagna