Ipercorpo 2018. Alla ricerca del padre

A Forlì dal 24 al 27 maggio. Videointervista a Claudio Angelini

20 maggio 2018

Il Festival Internazionale Ipercorpo, giunto alla sua quindicesima edizione, è alla ricerca del “padre”. In questi tempi, in cui si discute un po’ ovunque della “evaporazione” della figura paterna, dello sbiadimento della sua forza simbolica e di guida attraverso l’esempio di vita, i curatori di Ipercorpo, Mara Serina e Claudio Angelini hanno raccolto le suggestioni che circondano “Il padre” facendolo diventare il titolo e il fulcro dell’edizione 2018 del festival, che si svolge a Forlì, negli spazi dell’Ex Deposito Atr e al Teatro Comunale Diego Fabbri, dal 24 al 27 maggio.

Teatro, danza, arti visive e musica – concentrati in quattro giorni e realizzati con la collaborazione di Valentina Bravetti, Davide Ferri, Davide Fabbri e Elisa Gandini – danno vita ad un “ipercorpo” delle arti che si fonde con il territorio e i luoghi del festival e si modella anche attraverso la relazione fluida creata con il pubblico nel corso del tempo.

“Andare alla ricerca e alla scoperta di un percorso intorno al tema del padre si è rivelato un esercizio di ascolto e di attenzione ai particolari – affermano i curatori del festival – I dettagli, quelli che fanno la differenza, segnano la qualità e l’identità, hanno catturato il nostro sguardo e attraversano questa edizione di Ipercorpo in cui convergono linguaggi coraggiosi, densi di ironia, profondamente connessi con le tradizioni, la ritualità, il corpo e la parola, i suoni e i gesti ancestrali”.

A Ipercorpo 2018 chiediamo che sia spazio di pace, multietnico e multiculturale – aggiunge Claudio Angelini – Che abbracci l’Europa e il mondo senza dimenticare il quartiere e la città in cui Ipercorpo ha luogo. Che operatori internazionali e artisti si spingano oltre la loro prossimità. Che gli spazi legati alla trasmissione e alla condivisione del sapere, i laboratori, vivano fortemente la loro processualità e la portino verso il pubblico sfuocando il centro costituito dall’atto finale, il momento della rappresentazione. Che si riesca a favorire la scoperta dell’ignoto, che miracolosamente le diverse umanità che attraversano Ipercorpo possano sfiorarsi”.

La sezione danza e teatro inaugura giovedì 24 maggio (alle 20.30) con Claudia Castellucci che esplora la ritualità del gesto (danzante) capace di costruire nuove comunità in “Verso la specie”, ballo della Scuola di movimento ritmico Mòra basata a Cesena e dei partecipanti al seminario di danza Esercitazioni Ritmiche di Forlì. Il seminario, rivolto a danzatori esperti, è in programma a Ipercorpo dal 19 al 24 maggio, nella Fabbrica delle Candele.

Nella stessa serata (alle 22.00), il programma fissa l’appuntamento con gruppo nanou e con i nuovi confini espressivi disegnati ne “Il colore si fa spazio. Alphabet: progetto di scrittura per una danza possibile”, con cui il collettivo ravennate analizza gli elementi fondanti della scena ed espone una creazione site specific, tappa di un percorso di ricerca coreografica più ampio, nutrito di scambi e confronti grazie alla collaborazione con Daniele Torcellini (docente di cromatologia per le Accademie di belle arti di Genova e Verona). Lo spettacolo viene replicato anche la sera seguente, venerdì 25 maggio (alle 22.30). Il progetto scenico è stato co-prodotto da Ipercorpo, che ha promosso anche una chiamata pubblica (in collaborazione con la Stagione di Contemporaneo del Teatro Diego Fabbri) per architetti, designer e cutatori invitati a partecipare al processo compositivo di gruppo nanou dal 21 al 25 maggio, negli spazi dell’Ex Atr.

Venerdì 25 maggio (alle 20.30) e in replica sabato 26 maggio (alle 22.30), il programma prevede la prima nazionale di “Oasi”, la nuova creazione di Muna Mussie: una riflessione sulla società e sul ruolo dell’uomo contemporaneo che secondo Muna è sempre più simile a un fantasma e, con l’invasiva espansione delle tecnologie, non sa più dove nascondersi. Naturale approdo di questi pensieri è il concetto di “oasi”: un luogo, un’apparizione e un’idea che racchiude differenti mondi per dare forma alla tensione tra dentro e fuori, micro e macro, pubblico e privato, l’io e l’altro da sé e ritrovare così la propria identità. Lo spettacolo è una coproduzione di Città di Ebla/Ipercorpo 2018 e Santarcangelo dei Teatri.

A seguire (alle 21.30), la coreografa e danzatrice Luna Cenere porta in scena “Kokoro”, una creazione che s’interroga sui temi dell’essere e della percezione della realtà e dall’essenza del corpo nudo in scena fa riemergere il segreto della bellezza (Kokoro è una parola giapponese traducibile come “essere interiore”, ma in realtà riassume due parole/concetti: la mente e il cuore). Lo spettacolo è una produzione di Körper / International Contemporary Art Centre, in collaborazione con Virgilio Sieni / Centro Nazionale di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza.

Sabato 26 maggio (alle 20.30) è la volta del coreografo israeliano Ofir Yudilevitch e del suo “Gravitas”, una raffinata partitura – che combina danza contemporanea ed acrobatica – fatta di salti su un tappeto gonfiabile e del desiderio di riscopre il piacere infantile del gioco e della sfida.

Si prosegue (alle 21.15) con Andrea Costanzo Martini, danzatore per ensamble di fama mondiale che al festival presenta “Trop”, una coreografia di grande impatto visivo grazie all’espressività corporea di Martini e alla sua capacità di sgretolare nel gesto, nel movimento e nel ritmo della sua danza la patina di seriosa bramosia del mondo. Lo spettacolo mette in campo i condizionamenti dell’antico e delicato equilibrio di potere che lega l’artista, il pubblico e la società.

Ipercorpo 2018 chiude domenica 27 maggio (alle 21.00) con “Macbettu” di Alessandro Serra e Teatropersona tratto da “Macbeth” di William Shakespeare e trasferito dalla Scozia medioevale in una Barbagia atemporale, atavica. Premio Ubu 2017 come spettacolo dell’anno e Premio Anct 2017 (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), lo spettacolo immerge il pubblico nelle viscere del patrimonio culturale sardo e rigenera l’opera di Shakespeare con una matericità potente.

Il dialogo con gli abitanti del quartiere dell’Ex Atr si attiva, per tre pomeriggi – giovedì 24, venerdì 25 e sabato 26 maggio – nei cortili dei palazzi delle case Acer (Azienda Casa Emilia Romagna, che collabora con Ipercorpo alla realizzazione di questa iniziativa assieme ad Atrium-Rotta Culturale Europea) – che diventano laboratori di danza e movimento a cielo aperto. Rivolti a bambini e adolescenti residenti nel quartiere, i laboratori sono condotti da tre giovani coreografi ospiti del festival: Andrea Costanzo Martini, Luna Cenere e Ofir Yudilevitch. Il progetto, intitolato Ex Atr – Lab, è arrivato alla sua seconda edizione.

Da giovedì 24 a domenica 27 maggio, per intere serate, è possibile prendere visione di altri tre progetti: A Titolo Provvisorio, installazione di Valentina Bravetti e Elisa Gandini, cofondatrici di Città Di Ebla; Family Affair, video installazione del percorso partecipativo di Zimmerfrei coprodotto da Ipercorpo 2017, che viene presentato pubblicamente domenica 27 maggio (alle19.00); La Danza in 1 Minuto, contest di danza in video arrivato alla settima edizione e organizzato da Coorpi-Coordinamento Danza Piemonte.

Il festival propone anche lo sguardo internazionale di Ipercorpo, rappresentato da Italian Performance Platform18, il progetto ideato e curato da Iagostudio e Città di Ebla che offre agli artisti l’opportunità di confrontarsi con operatori internazionali. Un’altra opportunità, per giovani artisti e manager di compagnia che intendono diffondere i propri spettacoli all’estero, entrare in network internazionali e sondare modalità innovative per attivare residenze artistiche, è rappresentata da Masterclass Internazionale Scena Europa (25/27 maggio). Per questa edizione il corpo docente è costituito da Pia Kramer (O Espaço do tempo – Portogallo), Marta Oliveres (Institut Ramon Llull – Spagna), Vicens Mayans (Agente129 – Spagna).

La sezione musicale, intitolata “In ascolto” e realizzata a cura di Davide Fabbri e Elisa Gandini, sottolineando la ritualità e la spazialità ruota attorno al tema delle modalità di assorbimento di quanto ci è dato (a)udire.

La prima proposta musicale individua il proprio centro nel tema della liturgia, intesa letteralmente come “opera per il popolo”. Si tratta di “Le visioni di Zosimo-Consensu Patris”, in scena domenica 20 maggio (alle 11.00 e alle 19.00) con i musicisti Pieralberto Valli, Valeria Sturba, Andrea Faccioli, Chris Yan, Daniela Manusardi, Guido Manusardi e Piero Conficoni, ognuno con il proprio segno, il proprio suono e il proprio spazio all’interno dell’Ex Atr, tutti insieme ad offrire al pubblico la possibilità di attraversare in modo alchemico un’esperienza musicale, composta da più elementi e linguaggi eppure inserita in un unicum tematico, quello della trasformazione e del suo farsi racconto.

La seconda proposta musicale, “Servigio” (A servizio), seguendo un percorso d’ispirazione minimalista indaga la dimensione liquida del suono, del suo saper essere “oceano”, del suo occupare uno spazio di onde e luce e della sua valenza architettonica. Da giovedì 24 a domenica 27 maggio si susseguono quattro ascolti filodiffusi, uno per serata (Figli, Satelliti, Macchine, Silenzio), accompagnati dall’installazione di Elisa Gandini “Furore Bianco”: un piccolo spazio in cui sperimentare la dimensione del proprio, personalissimo, suono.

La sezione arte, a cura di Davide Ferri, prevede la presenza di opere di importanti artisti italiani: Luca Bertolo, Stefania Galegati Shines, Franco Guerzoni, Flavio Favelli, Maria Morganti, Elena Nemkova, Cesare Pietroiusti, Gianni Politi, Fabrizio Prevedello, Agata Torelli.

Negli spazi dell’Ex Atr prende forma anche La stanza del padre, luogo dove vengono raccolte alcune opere (ritratti, doppi ritratti, autoritratti) intese come dispositivi capaci di sollevare il problema dell’identità in forma autobiografica e vagamente narrativa. Il “padre” vi trova diverse declinazioni: padre traumaticamente assente o definitivamente scomparso, padre forza da contrastare, padre esemplare da riaffermare, padre figura indeterminata e archetipica.

Domenica 27 maggio è anche una giornata dedicata ad incontri del pubblico con artisti, scrittori, registi e teorici, nel corso dei quali (dalle 11.00 alle 17.00), Davide Ferri e Daniele Balicco propongono riflessioni, dialoghi e racconti sulla figura del padre. In questo caso “il padre” oscilla tra due polarità: quella del padre naturale e quella del padre elettivo, cioè del maestro.

L’intero festival è seguito dal gruppo dell’Osservatorio, alla sua seconda edizione a cura e con la conduzione di Silvia Mei. L’Osservatorio è uno spazio-tempo di approfondimento, riflessione e scrittura a partire dagli eventi performativi di Ipercorpo, ed è aperto a giovani, studenti universitari e a quanti vogliano avvicinarsi ai linguaggi della scena contemporanea in una dimensione intensiva.

Ipercorpo è organizzato dalla compagnia Città di Ebla con il contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Forlì.

Video

Festival Ipercorpo 2018 . Intervista a Claudio Angelini

Claudio Angelini racconta la XV edizione del Festival Internazionale Ipercorpo, che quest'anno indaga la figura del “padre”. Teatro, danza, arti visive e musica danno vita ad un “ipercorpo” delle arti che si fonde con il territorio e i luoghi del festival e si modella anche attraverso la relazione fluida creata con il pubblico nel corso del tempo. A Forlì, negli spazi dell'Ex Deposito Atr e al Teatro Comunale Diego Fabbri, dal 24 al 27 maggio.