Italia chiama Iran. Gli Instabili Vaganti raccontano il lockdown con una performance video in 8 episodi e mezzo

Nell’ambito del progetto Beyond Borders

07 agosto 2020

Generare un’eutopia, un luogo giusto da costruire insieme, una terra comune in cui la creatività umana trovi tutto lo spazio di cui ha bisogno per realizzare il proprio infinito potenziale. È l’ambizioso obiettivo di Beyond Borders, il nuovo progetto degli Instabili Vaganti, compagnia italiana tra le più nomadi, con un curriculum carico di collaborazioni internazionali, viaggi e incontri, sempre a caccia della possibilità di un dialogo vero, universale, nel segno dell’arte e della performatività. All’idea di un “luogo buono” è ispirato appunto quest’ultimo impegno di condivisione e creazione artistica, cominciato nei mesi di lockdown per mantenere vivo il dialogo interculturale con artisti di altri paesi.

Coerentemente con i tempi e le limitazioni imposte dalle norme di contrasto alla diffusione del Covid-19, il luogo ideale non può che essere virtuale, reso possibile dalle piattaforme online a cui tutti abbiamo attinto in questi mesi di stop obbligato per studio, relazioni, lavoro. Il progetto punta infatti a stabilire collaborazioni a distanza per creare performance in video tra artisti che si trovano in paesi differenti. “Abbiamo cercato un modo per superare i confini, non solo geografici ma anche stilistici, di genere, di pensiero includendo ogni fase del processo di creazione e di fruizione dell’opera nella sua stessa definizione – spiegano gli ideatori Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola – collezionando quei brevi istanti che abbiamo potuto assaporare con maggiore intensità in isolamento e cercando di dare alcune risposte alle infinite domande che hanno abitato i nostri pensieri”.

Il primo frutto di Beyond Borders è già maturo, s’intitola 8 ½ Theatre Clips, è un esperimento di dialogo interculturale tra Italia e Iran che produrrà una serie di 8 video performance, e si concluderà con un talk tra gli artisti coinvolti. Ispirandosi liberamente al felliniano 8½ in cui un celeberrimo regista si trova isolato per cure termali mentre prepara un nuovo film, immerso in un groviglio di sogni e quotidianità legate in modo indissolubile, la performance indaga i temi alla base di ogni episodio (l’attesa, la paura, la noia, il sogno, I nuovi rapporti sociali, il ritorno nelle città, la libertà dopo il lockdown), sperimentando di volta in volta differenti forme di interazione a distanza: dal video nel video, alla scomposizione dello schermo in due o più parti, all’interazione e sovrapposizione di immagini attraverso il montaggio, creando sempre un dialogo bilingue tra gli attori che interpreteranno delle partiture fisiche, mimiche, testuali usando diverse tecniche: recitazione, mimo, danza, object e visual theatre, lavoro in maschera. Il primo episodio della serie è andato online sui canali social della compagnia e su quelli dell’Ambasciata d’Italia in Iran (che ha coprodotto il progetto) il 5 agosto. Gli altri si vedranno rispettivamente il 2 e 30 settembre, il 21 ottobre, il 4 e 18 novembre, il 2 e 17 dicembre.