Undici titoli per la nuova stagione d'Opera del Teatro Comunale

Apre Bob Wilson con il Trovatore

03 luglio 2018

Un cartellone ricco di titoli importanti, coproduzioni italiane e internazionali,  con i migliori interpreti di oggi (e un’attenzione particolare riservata ai talenti nazionali), poi la consolidata sinergia con il Festival Verdi di Parma e Busseto e una tournée in Giappone con due grandi classici della tradizione italiana: è la Stagione d’Opera 2019 del Teatro Comunale di Bologna.  E sono ben undici i titoli in programma, di cui due in serata unica e sei nuovi allestimenti: una “playlist” di opere pensata per soddisfare gli amanti del grande repertorio lirico italiano – da Gioachino Rossini a Giuseppe Verdi, da Ruggero Leoncavallo a Giacomo Puccini – e impreziosita da capolavori come la Salomè di Richard Strauss e il Fidelio di Ludwig van Beethoven.

Sarà Il trovatore di Giuseppe Verdi (22-29 gennaio), firmato da uno dei registi più ambiti e conosciuti al mondo, Robert Wilson, a inaugurare la nuova stagione lirica del Tcbo. Di ritorno a Bologna dopo il successo del “Macbeth” nel 2013 e nel 2015, l’applaudito e controverso regista texano porterà in scena un nuovo allestimento di questo melodramma a tinte forti (della prima maturità verdiana) realizzato in felice assonanza con il Festival Verdi che in settembre lo presenterà nella versione francese del 1857 con il titolo Le Trouvère. Lo spettacolo è in coproduzione con il Teatro Regio di Parma e in collaborazione con Change Performing Arts. Sul podio il direttore di fama internazionale Pinchas Steinberg; tra gli interpreti principali Riccardo Massi, Guanqun Yu, Dario Solari, Nino Surguladze e Marco Spotti.

Soggetto scandaloso e musica del Novecento animeranno il celebre atto unico di Richard Strauss composto sull’omonima tragedia di Oscar Wilde, Salomè (15-20 febbraio), firmato da Gabriele Lavia e coprodotto con il Teatro Verdi di Trieste. Alla guida di un cast di specialisti del repertorio quali Ausrine Stundyte, Tuomas Pursio, Ian Storey e Doris Soffel, una bacchetta fra le più acclamate della sua generazione come Juraj Valčuha (Premio Abbiati 2018), che tornerà al Comunale dopo il Peter Grimes del 2017.
Il cartellone prosegue con una nuova produzione tutta italiana del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini (17-28 marzo), diretta da Federico Santi e ideata da Federico Grazzini, poliedrico regista che rivisiterà il capolavoro buffo rossiniano. Tra i protagonisti Antonino Siragusa, Marco Filippo Romano, Cecilia Molinari, Serena Malfi e Roberto De Candia.

In concomitanza con le recite del Barbiere, nella Sala Bibiena tornerà una delle produzioni che più ha fatto parlare nelle ultime stagioni bolognesi: il Rigoletto di Giuseppe Verdi (19-30 marzo) firmato da Alessio Pizzech, regista diviso fra prosa e lirica che, dopo il debutto nel 2016, riporterà in scena il buffone di corte più famoso della storia dell’opera con una proposta rinnovata nei costumi dei protagonisti. La direzione sarà affidata a Matteo Beltrami, mentre sul palco interpreteranno i ruoli principali Alberto Gazale, Stefan Pop, Desirée Rancatore, Lara Lagni, Anastasia Boldyreva e Abramo Rosalen. Entrambi i titoli, Il barbiere di Siviglia e Rigoletto, saranno proposti in Giappone per la tournée in programma dal 10 al 27 giugno del 2019.

Il terzo grande titolo verdiano della stagione è La traviata (28 aprile-8 maggio), una coproduzione con il Teatro Regio di Parma andata in scena con successo a Busseto nell’edizione 2017 del Festival Verdi. L’allestimento in chiave contemporanea del giovane regista Andrea Bernard (vincitore del prestigioso concorso European Opera Directing Prize nel 2017) non lascerà alcuna concessione all’immagine romantica di Violetta, trasformando il classico verdiano in un dramma dei sentimenti particolarmente attuale, anche se con le radici nel mondo di ieri. Lo spettacolo sarà diretto da Renato Palumbo, con interpreti di rilievo quali Mariangela Sicilia, Francesco Castoro e Simone Del Savio.

A seguire, una grande “incompiuta” del Novecento: la Turandot di Giacomo Puccini (28 maggio-7 giugno), presentata nella nuova attesissima produzione di Fabio Cherstich, diretta da Valerio Galli e coprodotta con il Teatro Massimo di Palermo. La celebre femme fatale che scopre l’amore grazie a un principe ignoto sarà interpretata da Hui He, accanto a voci di fama internazionale come Gregory Kunde, Mariangela Sicilia, In Sung Sim. Alla perizia teatrale e performativa di Fabio Cherstich si aggiunge l’apparato scenico del collettivo artistico visuale russo AES + F, gruppo celebre in tutto il mondo per le sue installazioni tanto provocatorie quanto affascinanti. Il capolavoro incompiuto di Puccini sarà immaginato dagli architetti concettuali Tatiana Arzamasova e Lev Evzovich e dal grafico editoriale e pubblicitario Evgeny Svyatsky in un futuristico impero cinese popolato da androidi e robot.

A dieci anni dal debutto al Comunale torna in scena Sweeney Todd (19-23 giugno), il musical dell’americano Stephen Sondheim su libretto di Hugh Wheeler. Questo thriller musicale intriso di sangue, mistero e sentimento, conosciuto dal grande pubblico anche grazie al film di Tim Burton con Johnny Depp e ambientato nella Londra vittoriana di fine Ottocento, al Teatro Comunale sarà riproposto nella versione di Rosetta Cucchi, realizzata in collaborazione con BSMT Productions. Sul podio uno specialista del genere, Stefano Squarzina; sul palco un cast di giovani interpreti provenienti dalla Bernstein School of Musical Theater diretta da Shawna Farrell.

Definita da Stendhal “follia organizzata e completa”, L’italiana in Algeri (9-14 luglio), la più farsesca ed esotica commedia rossiniana arriverà con la regia di Giorgia Guerra e la direzione di Nikolas Nägele nel nuovo allestimento del Teatro felsineo, realizzato in coproduzione con l’Auditorio de Tenerife nell’ambito del progetto “Opera Next” (giunto al suo quinto anno). I talentuosi interpreti provenienti dalla Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna e dalla Escuela de la Ópera de Tenerife spingeranno all’estremo quell’irresistibile gioco di marionette che solo Rossini ha saputo tradurre in musica.

Il Fidelio (10-16 novembre) rappresenta l’unica prova operistica compiuta di Ludwig van Beethoven, che a lungo la rielaborò con esiti contrastati. Pagina in stile “opéra à sauvetage”, genere in voga in Francia negli anni della rivoluzione, nella nuova versione di Georges Delnon coprodotta con la Staatsoper di Amburgo l’opera approderà per la prima volta in Italia a Bologna con la direzione dell’israeliano Asher Fisch e le voci di Lucio Gallo, Erin Caves, Emily Magee, Ruth Iniesta, Petri Lindroos e Sascha Emanuel Kramer.

Infine, due registe per un solo direttore nell’inseparabile dittico di chiusura composto da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (15-22 dicembre), interpretato dal direttore d’orchestra francese Frédéric Chaslin. La sanguigna e appassionata Cavalleria, riproposta nell’intensa e apprezzata produzione del Comunale che Emma Dante unì nel 2017 alla “Voix humaine” di Poulenc, sarà abbinata a una nuova produzione in prima italiana dell’altro titolo-manifesto del verismo, Pagliacci, coprodotto con il Grand-Théâtre de Genève e firmato da Serena Sinigaglia, fra le più interessanti registe di prosa di oggi. Nel primo titolo saranno protagonisti Veronica Simeoni, Roberto Aronica e Dalibor Jenis, mentre nel secondo Carmela Remigio, Stefano La Colla e, ancora, Dalibor Jenis.