L’Aida multimediale di Francesco Micheli

Al Teatro Comunale di Bologna, dal 12 al 22 novembre

07 novembre 2017

Dopo il debutto estivo a Macerata, “Aida”, coprodotta dal Teatro Comunale di Bologna e Macerata Opera Festival e con la regia di Francesco Micheli, arriva al Teatro Comunale di Bologna dal 12 al 22 novembre (alle 20.00 domenica 12, mercoledì 15, giovedì 16, sabato 18 e martedì 21; alle 18.00 martedì 14 e mercoledì 22; alle 15.30 domenica 19).

“Aida”, l’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, musicata su libretto di Antonio Ghislanzoni e basata su un soggetto originale di Auguste Mariette, nella lettura di Micheli diventa un’opera multimediale, in cui il racconto di Ramfis sull’amore infelice tra Aida e Radames è inserito in una dimensione futuribile e astratta dove, tra i computer portatili e le video proiezioni, il narratore Ramfis più che lo scriba egizio sembra un moderno blogger che sostituisce l’antica tavoletta con il tablet odierno. È la ripresa di un precedente allestimento di Micheli, del 2014, ma ulteriormente perfezionato per accrescerne l’intensità espressiva e il flusso dei simboli, tradotti in scenografia, icastici specchi di una realtà: quella di un uomo che combatte tutta la vita per il potere e la fama per vedere poi svanire in un soffio tutto il suo trionfo. L’interpretazione di Micheli resta così molto fedele a Verdi, che con quest’opera richiamava l’attenzione sul transeunte (“sic transit gloria mundi”).

Aida è l’opera che più di tutte porta con sé un immaginario spettacolare carico di stereotipi: l’antico Egitto da cartolina, la grandiosità degli apparati scenografici, una certa ridondanza complessiva che tuttavia non obbliga a una lettura oleografica ma suggerisce per l’appunto soluzioni simboliche, “perché è anche una fra le opera più intime e toccanti – come spiega Francesco Micheli – e lasciandosi guidare dai colori della partitura e dalle architetture della drammaturgia si può far rivivere la vicenda non solo nel dettaglio orientaleggiante di massa ma anche nella proiezione gigantesca di colori, forme e nessi di significato che ciascun personaggio canta e recita per noi: moderni geroglifici, cibernetiche icone ch codificano la vicenda venendo disegnati non nella minuzia di un’osservazione ravvicinata ma nell’immanente enormità della scena”. Un’Aida dunque esteriormente “contemporanea” ma negli intenti soprattutto narrativa, simbolica, metaforica, “fiduciosa nel potere del mezzo tecnologico – come precisa ancora il regista – che s’intreccia con rinnovata fedeltà all’invenzione verdiana il cui orientalismo ebbe come cornice alcuni eventi del secondo Ottocento rivoluzionari, modernissimi e iper-tecnologici a loro volta, come l’apertura del Canale di Suez”.

Nella buca troviamo L’Orchestra del Tcbo, diretta da Frédéric ChaslinIl Coro del Tcbo è preparato dal maestro Andrea Faidutti. Le scene portano la firma di Edoardo Sanchi, le coreografie di Monica Casadei, i costumi di Silvia Aymonino. Le luci sono di Fabio Barettin.

Tra gli interpreti, Monica Zanettin e Stefanna Kybalova si alternano nel ruolo di Aida, Carlos Ventre e Antonello Palombi in quello di RadamèsAnche Ramfis per quattro serate ha la voce e la presenza scenica di Enrico Iori, per altre quattro serate quella di Antonio Di Matteo. Nel cast troviamo anche Luca Dall’Amico (il re), Nino Surguladze e Cristina Melis (Amneris), Dario Solari e Stefano Meo (Amonasro), Beth Hagermann (Gran Sacerdotessa) e Cristiano Olivieri (Messaggero).