L’inferno del desiderio. Menelao di Carnevali per la regia di Teatrino Giullare

All'Arena del Sole dal 16 febbraio al 3 marzo

14 febbraio 2019

Avere tutto, ma non la felicità. L’insaziabilità del desiderio è croce e delizia dell’uomo di ogni tempo, nervo della psicanalisi moderna e fonte d’ispirazione per ogni forma d’arte. Il drammaturgo Davide Carnevali, Premio Hystrio alla Drammaturgia nel 2018, autore di opere tradotte in ben 13 lingue, affronta questo sentimento senza tempo, che nel XXI secolo sembra aver trovato un terreno più fertile che mai, attraverso la rilettura di uno dei miti più noti legati alla casa degli Atridi, quello di Menelao, uomo molto ricco, il più ricco della terra, sposo della donna più bella del mondo, vincitore a Ilio e regnante di Sparta: un uomo che ha tutto, dunque, ma che non riesce ad essere felice, poiché vive nell’ossessione di essere ricordato come eroe ed omaggiato in eterno.

Lo spettacolo, portato in scena da Teatrino Giullare, e prodotto da ERT con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, debutta in prima assoluta al Teatro Arena del Sole di Bologna, dal 16 febbraio al 3 marzo (dall’1 a 3 marzo nell’ambito di VieFestival). Il testo, menzione speciale della giuria alla prima edizione del Premio Platea 2016, tenta una riflessione sul concetto di “tragico” nella contemporaneità. “Menelao – spiega Carnevali – figlio di una società in cui il mercato – come ricorda Zygmunt Bauman – tende a mantenere aperto l’orizzonte del desiderio perché questo non sia mai soddisfatto, il ricco borghese si trova alla mercè di aspirazioni eternamente incompiute. Non gli basta quel che la vita gli ha dato e brama ciò che non ha. Vorrebbe morire come un eroe, ma non è questo il suo destino; vorrebbe vivere felice come una persona qualsiasi, ma non si accontenta di esserlo. Come ogni uomo abituato ad avere davanti a sé molteplici opzioni, Menelao – per pietà o per paura – è incapace di sceglierne una, cadendo nello scacco di un’aporia a cui non vede soluzione. Così il non-eroe greco vive la peggiore delle tragedie: quella di una sofferenza che non conosce fine, una vita che non conosce redenzione, una storia che non conosce finale”.

Su quest’intreccio tra mitologia e attualità, che sonda gli eterni meccanismi del desiderio, interviene la regia, la costruzione e l’interpretazione di Teatrino Giullare, pluripremiata compagnia che dal 1995 indaga la drammaturgia attraverso la costruzione di strumenti teatrali inconsueti e un’originale commistione di arti e artifici scenici. Nella loro visione, con le scene di Cikuska e le luci di Francesca Ida Zarpellon, la tragedia ruota intorno ai danni provocati dalla ragione. “Un’idea esce dalla testa e la tragedia ha inizio. Tutta colpa della ragione – spiegano infatti gli artisti – Menelao si arrovella, affina a tal punto il conflitto con le sue aspirazioni da non riuscire più a far distinzione tra idee e azioni, incapace di vivere e di amare. Tra libri e statue, segni della memoria, sotto lo sguardo severo degli dèi irriverenti, Menelao cerca una ragione alla sua vita e non la trova. Non è riuscito a diventare quel che voleva essere, non è un eroe, non ha un posto da protagonista nelle storie, è solo un personaggio minore, e così inventa le proprie imprese e le scrive, tentando di costruire il proprio personaggio, un altro se stesso, un eidolon anche lui impedito a vivere. Un cortocircuito tra reale e immaginario, un doppio gioco in cui pesano parole disperatamente comiche e in cui il mito affiora affrontando l’amore, il sogno, la coscienza, la morte. Eppure Menelao ha tutto, vive nel benessere, ma non riesce a godersi la vita. E cercando vanamente la soluzione alla sua infelicità esce dal tempo, non vive, non muore. Uno stallo depresso causato da desideri confusi, un uomo che si confronta con l’immagine che vorrebbe di se stesso, una tragedia contemporanea”.

Il 1 marzo alle 17.30 alla Libreria Ubik di Via Irnerio, Davide Carnevali, Michele Dell’Utri e Teatrino Giullare presentano il testo dello spettacolo, pubblicato nella collana LINEA di ERT Fondazione e Luca Sossella Editore.