“Macbettu”, tragedia e archetipi per uno Shakespeare barbaricino

Lo spettacolo Premio Ubu 2017 è a Rimini, Faenza e Casalecchio, dal 20 al 22 marzo

19 marzo 2018

Macbettu di Alessandro Serra è una riscrittura della tragedia shakespeariana tradotta  in dialetto barbaricino e contaminata con le millenarie tradizioni sarde. Lo spettacolo, di grande impatto visivo e sonoro, ha vinto il Premio UBU 2017 come “miglior spettacolo” e il Premio ANCT/Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

 Lo vedremo in questo giorni in regione, martedì 20 marzo al Teatro Novelli di Rimini, mercoledì 21 marzo al Teatro Angelo Masini di Faenza e giovedì 22 marzo al Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno.

Alessandro Serra – che oltre a scrivere il testo ha curato anche la regia, le scene, le luci e i costumi dello spettacolo – mette insieme le meccaniche geniali del “Macbeth” di William Shakespeare e le proprie ispirazioni derivate dal suggestivo rituale del carnevale della Barbagia, specchio identitario del popolo sardo. L’operazione non è però una semplice sovrapposizione di codici: oltrepassa sia gli spettri shakespeariani della  Scozia medioevale che le tetre maschere carnevalesche del montuoso e arcaico entroterra della Sardegna per scavare in qualcosa di ancora più profondo, comune ai due mondi perché archetipico (e dal punto di vista teatrale grotowskiano). Il risultato è uno spettacolo atemporale e potente, di una bellezza scura, violenta, terribile, dove l’universalità di sentimenti va a braccetto con la visionarietà, tra spiragli del soprannaturale, e insieme svelano le tenebre interiori dell’uomo di ogni tempo e latitudine.

Sulla scena Leonardo Capuano, nel ruolo di Macbeth, assieme a Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino – tutti uomini, come da tradizione del teatro elisabettiano. Gli attori si muovono in un’atmosfera terrigna, arcaica, da evanescenti apparizioni dentro un gioco di luci e ombre (i movimenti scenici sono curati da Chiara Michellini) e recitano in sardo. Lo spettacolo è sovratitolato; la lingua però non rappresenta un ostacolo alla piena fruizione da parte del pubblico, proprio perché l’intera rappresentazione travalica l’intelligibilità linguistica, la sua comunicabilità agisce a un livello di comprensione più profondo, e il dialetto barbaricino (nella traduzione di Giovanni Carroni) si trasforma in un paesaggio sonoro non meno affascinante di quello visivo. Accanto alle sonorità della lingua, le pietre sonore composte da Marcellino Garau. Le musiche delle pietre sonore sono curate da Pinuccio Sciola.

“Macbettu” è una produzione di Sardegna Teatro e compagnia Teatropersona.