Omosessualità e nazismo: Rosa Winkel di Lenz Fondazione

A Parma il 25 e 26 e a Bologna il 30 gennaio.

25 gennaio 2019

Torna in scena in occasione della Giornata della Memoria Rosa Winkel [Triangolo rosa], l’indagine performativa di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto su Resistenza e Olocausto.
Lo spettacolo di Lenz Fondazione ha per tema la deportazione e lo sterminio degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti e, dopo il grande successo di pubblico e critica riscontrato al debutto avvenuto nel mese di aprile 2018, verrà riallestito a Lenz Teatro, a Parma,  venerdì 25 gennaio (alle ore 21), e in doppia replica sabato 26 gennaio (alle ore 18 e alle ore 21) e domenica 27 gennaio (alle ore 18), in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria e in apertura di Habitat Pubblico 2019. Lo spettacolo  sarà in scena anche a Bologna, mercoledì 30 gennaio alle ore 21, a Teatri di Vita.

Dopo Kinder [Bambini], spettacolo del 2016 sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma vittime dello sterminio nazista e di Aktion T4, dell’anno seguente, sul programma nazista di eutanasia per la soppressione dei bambini nati con malformazioni o portatori di handicap, il progetto permanente di creazioni performative contemporanee, seminari, e giornate di riflessione pubblica dedicati ai temi della Resistenza e della tragedia europea durante le dittature nazi-fasciste prosegue: “Tra le migliaia di corpi martoriati e perseguitati ne abbiamo scelto uno per tutti come rifrazione storico-drammaturgica, Otto Peltzer, uno dei più grandi mezzofondisti della storia» suggerisce Francesco Pititto, autore del testo originale e dell’imagoturgia dello spettacolo che, per il rigore storico-scientifico con cui affronta la tematica prescelta, ha recentemente ottenuto il patrocinio di Arcigay Associazione LGBTI+ Italiana «Arrestato, incarcerato diverse volte, poi Mauthausen fino al maggio del 1945, quando gli americani lo liberano. Ma Otto non viene riabilitato neanche nella Germania post nazista. Il “peccato” dell’omosessualità lo perseguiterà. Andrà in India a insegnare atletica e altri sport ai giovani, rientrando in Germania solo alla fine. E nemmeno oggi il traguardo è vicino e la corsa continua”.

Aggiunge Maria Federica Maestri, che ha curato installazione scenica, regia e costumi: “Lo spazio di Rosa Winkel è ripartito in sequenze modulari variabili formate da sedici armadietti metallici, che costituiscono il luogo della duplice dimensione insita nello spogliarsi: lo smascheramento, la liberazione dall’involucro esteriore e al contempo il denudamento, inteso come perdita di identità, azzeramento dell’unicità e della differenza. Si intende così ‘figurare’ la doppia dinamica su cui si muove la drammaturgia: la pienezza corporea della identità omosessuale dell’atleta e la secchezza identitaria del corpo dell’internato, privato nel campo di sterminio di ogni segno sessuale”.

Rosa Winkel [Triangolo rosa], realizzato in collaborazione con l’ISREC – Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, vede in scena Valentina Barbarini, Adriano Engelbrecht, Roberto Riseri e Davide Rocchi. Il Progetto Permanente Resistenza e Olocausto di Lenz Fondazione è realizzato con il sostegno di MiBAC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma.

Allo spettacolo, che si avvale delle musiche di ispirazione wagneriana create ad hoc dal compositore elettronico Andrea Azzali, si potrà fruire in maniera itinerante all’interno della grande Sala Majakóvskij di Lenz Teatro.

Sono presenti scene di nudo integrale: se ne consiglia la visione a un pubblico maggiore di 16 anni.