Pietro Babina e la “voragine” della vita

Dall’8 al 20 giugno all’Arena del Sole di Bologna

11 giugno 2021

Una stanza, due persone, una perdita incolmabile e il tentativo di porvi rimedio. Si potrebbe riassumere così il nuovo spettacolo che Pietro Babina ha scritto e diretto per ERT Fondazione, in scena in prima assoluta all’Arena del Sole di Bologna dall’8 al 20 giugno alle 20.30 (domenica ore 18.30). Eppure, dietro tanta apparente semplicità si cela un microcosmo rovente, una riflessione radicale sulla nascita e sulla morte, su quel viaggio della vita che ciascuno è chiamato a compiere dal momento in cui viene messo al mondo. Alla voragine (Là dove l’ingresso, è anche l’uscita): così s’intitola lo spettacolo che vede in scena un dialogo tra due personaggi, lo stesso Babina assieme a Tamara Balducci, per raccontare la storia di un uomo per il quale sopravvivere è impossibile.

Dopo Ritter, Dene, Voss di Thomas Bernhard nel 2015 e Il Libro di Giobbe scritto insieme a Emanuele Aldrovandi nel 2017, il regista, autore e artista visivo più volte premio Ubu e noto per i suoi spettacoli suggestivi e perturbanti che intrecciano performatività, sperimentazione drammaturgica e uso di nuove tecnologie, prosegue la sua collaborazione con ERT con un testo scritto di suo pugno che indaga ancora una volta le più recondite inquietudini dell’umano. “O forse – spiega il regista – non sono spiccatamente umani. Sono rimasti in qualche modo, in qualche parte, animali. Privati della loro vita specifica, del loro selvatico, non riescono più ad essere. Lentamente muoiono. A volte il loro corpo si ostina a resistere. Comincia così un cammino inconscio ma ostinato, una ricerca inevitabile, per completare il processo che conduce all’estinzione. Come si fosse aperta una voragine, un gorgo divoratore”.

“Siamo stati chiamati nel mondo – racconta l’autore nella sua nota poetica – Entrati per una voragine. / Nessuno di noi sa perché. / Nonostante questo, lottiamo per rimanere. / Qualcuno in modo generico. / Qualcuno in modo specifico. / I secondi vivono più forte. / Ma in un equilibrio più fragile. / La loro lotta ha un fuoco preciso. / Che concentra la forza vitale, / Come i raggi del sole attraverso una lente. / Ma una volta perduto quel fuoco, / Per compimento o per fato / La voragine si riapre. / Li richiama all’origine. / E non vi è nulla da fare. / Come, misteriosamente, / Sono stati chiamati nel mondo, / E hanno obbedito, / Così, vengono ora chiamati al non mondo, /e ubbidiranno. / Per una voragine sono entrati. / Per una voragine usciranno”.