Ravenna Festival c’è! Con oltre quaranta appuntamenti l’Italia della musica riparte

Dal 21 giugno al 30 luglio la XXXI edizione tra la Rocca Brancaleone, Lugo e Cervia

05 giugno 2020

Ravenna Festival si può fare e si farà, e avrà il sapore delle grandi ripartenze dopo i momenti più difficili. Non rinuncerà a niente, per la sua XXXI edizione, né a un programma ricco di appuntamenti, né all’eclettismo che da sempre lo contraddistingue. Al già annunciato concerto d’apertura che il 21 giugno, nel giorno della Festa della Musica, vedrà sul podio il M° Riccardo Muti a dirigere l’Orchestra Cherubini in un programma quasi interamente mozartiano, seguiranno oltre quaranta appuntamenti in un cartellone che si estende fino al 30 luglio sotto la direzione artistica di Franco Masotti e Angelo Nicastro.

Le nuove norme sul distanziamento sociale impongono una riduzione di pubblico e l’uso di spazi alternativi a quelli teatrali, ma hanno generato anche diverse novità di cui fare tesoro per il dopo pandemia. L’installazione della fibra ottica consentirà per esempio uno streaming di qualità dalla Rocca Brancaleone, e se lo spazio della magnifica fortezza, come pure del Pavaglione di Lugo e dell’arena allestita ad hoc a Cervia potranno accogliere un numero ridotto di spettatori, non c’è dubbio che le trasmissioni online consentiranno di allargare enormemente la platea del festival. Anche il ritorno alla Rocca, d’altronde, era in animo da anni e l’emergenza ha dato la spinta decisiva per tornare a fare spettacolo in uno dei luoghi più suggestivi dall’Emilia-Romagna.

Nella Rocca si terrà la maggior parte degli eventi, a cominciare appunto dal concerto inaugurale diretto da Muti, che conferma la sua presenza anche per altri due appuntamenti: Il concerto dell’Amicizia (in replica anche al Parco Archeologico di Paestum) che attraverso la musica di Beethoven rivolgendosi alla tragedia che si sta consumando in Siria abbraccerà idealmente le sofferenze del mondo intero, e una serata con il violoncellista dei Wiener Tamás Varga, impegnato nell’esecuzione di due capolavori sinfonici di Antonín Dvořák. Confermata la presenza anche di altri straordinari direttori d’orchestra come Valery Gergiev, impegnato in un programma che omaggia ancora Beethoven: oltre alla Pastorale sarà eseguito il Terzo concerto con solista al piano la talentuosa Beatrice Rana, ospite per la prima volta al Festival. La Budapest Festival Orchestra sarà invece diretta da Iván Fischer (in programma Wagner, Britten e Haydn) cui si unisce il soprano Anna Prohaska. Ancora Beethoven, in questo caso le sue sonate, per il primo violino della Scala Francesco Manara, con Cesare Pezzi al pianoforte, ma a festeggiare il 250° anniversario dalla nascita di Beethoven sarà anche il Quartetto Noûs, una formazione di giovani musicisti che omaggerà un compositore che proprio alla letteratura per quartetto ha dato molto. Il pianoforte sarà poi protagonista di due recital affidati ai giovanissimi Nikolay Khozyainov e Filippo Gorini, mentre il violoncello sarà il re di una serata con un ensemble guidato da Giovanni Sollima come pure di un appuntamento con l’Orchestra Notturna Clandestina diretta da Enrico Melozzi. Per celebrare le risorse sonore del contrabbasso largo infine ai Ludus Gravis.

Imperdibile l’appuntamento con Accademia Bizantina, ensemble applaudito in tutto il mondo, che presenta Il Trionfo del tempo e del disinganno di Händel, allegoria sull’esistenza umana, un’opera particolarmente emblematica in questo momento in cui davvero c’è bisogno che la dura realtà venga sublimata dalla musica. Un altro concerto dedicato alla drammaticità del presente è La peste di Amburgo (che rievoca una devastazione che lasciò sul campo oltre ventimila morti), una raccolta di pagine di uno dei generi più praticati nel XVII secolo, il Lamento, affidata all’ensemble Il suonar parlante diretto da Vittorio Ghielmi.

Una bella dedica alla rocca costruita dai veneziani nel XV secolo, dunque allo spazio che ospita buona parte del Ravenna Festival, è l’invito al gruppo de La Pifaresca con La battaglia di Lepanto, un concerto molto vivace con sonorità elevate, che rievoca le guerre tra Venezia e Impero Ottomano che nella battaglia di Lepanto del 1571 trovarono un momento cruciale. Venezia sarà ricordata anche in un altro concerto, che avrà come protagonista Carlo Vistoli, controtenore che ha mosso i suoi primi passi all’Alighieri e che si esibirà con l’ensemble Sezione Aurea in un programma sul seicento veneziano con musiche d’amore e un madrigale di Monteverdi, che fa da trait d’union con un altro programma sempre di musiche del seicento che avrà come protagonista l’Accademia d’Arcadia, quest’ultima impegnata a omaggiare la figura della pittrice caravaggesca Artemisia Gentileschi in uno spettacolo meraviglioso con proiezioni video e regia curate dagli Anagoor, tra i più amati gruppi teatrali italiani (Leone d’Argento alla Biennale Teatro del 2018). Con Teleion, Matteo Ramon Arevalos e Camilla Lopez inseguono invece sonorità ancora più antiche, quelle di frammenti di musica greca. E tra gli altri appuntamenti musicali spicca anche un concerto a San Vitale diretto da Michele Pasotti che sarà trasmesso in streaming, quindi senza pubblico dal vivo, confermato per dare un segno forte dell’identità della città.

Nel far fede alla vocazione del Festival, ovvero a quella voracità verso tutte le espressioni della creatività contemporanea, ampio spazio è riservato al teatro, con spettacoli di grande respiro civile di gruppi e artisti che dalla nostra regione hanno conquistato il pubblico internazionale. Si celebra infatti il decennale di Rumore di acque del Teatro delle Albe, scritto da Marco Martinelli e interpretato da uno straordinario Alessandro Renda, si omaggia Primo Levi con I Sommersi e i Salvati dei Fanny e Alexander in cui Levi è magistralmente interpretato da Andrea Argentieri, mentre i Menoventi omaggeranno il poeta Vladimir Majakovskij, con Buona permanenza al mondo, spettacolo tratto dal libro Il defunto odiava i pettegolezzi di Serena Vitale. Da non mancare anche l’appuntamento con lo spettacolo Ci sono giorni che non accadono mai, una assoluta novità, una produzione che racconta l’amore ai tempi del coronavirus attraverso un testo scritto da Valerio Cappelli con l’interpretazione di due star del cinema, Sergio Castellitto e Isabella Ferrari, su musica originale di Ennio Morricone.

E sul fronte della danza, per ovviare alle norme del distanziamento sociale sul palco che impediscono spettacoli corali e duetti, arrivano duetti di coppie d’arte che sono coppie anche nella vita. Un matrimonio di musica e danza, a cura di Daniele Cipriani, unisce grandi solisti – Mario Brunello e Beatrice Rana – ed étoiles, tra passi a due che coinvolgono Silvia Azzoni e Alexandre Ryabko dell’Hamburg Ballet, Iana Salenko e Marian Walter dell’Opera di Berlino, oltre ad assoli affidati a Hugo Marchand dell’Opéra di Parigi, Sergio Bernal già Balletto Nazionale di Spagna e Matteo Miccini dello Stuttgart Ballet. Soli e duetti, insomma, sfilano su grandi pagine di musica classica antica e moderna.

Moltissimi gli omaggi a miti musicali e non solo, a partire da un ritratto in musica di Werner Herzog attraverso le musiche composte da Ernst Reijseger per i documentari del regista sul rapporto uomo-natura. E poi si omaggia City Lights di Charlie Chaplin, la cui colonna sonora sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra Corelli. Vinicio Capossela sarà sul palcoscenico con Pandemonium, mentre Neri Marcoré si dedicherà al repertorio cantautoriale italiano. Alla divina Mina invece la dedica in chiave jazz di Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino con Tre per Una. Sarah Jane Morris si accompagna infine al Solis String Quartet per i quadri-canzone di Ho ucciso i Beatles.

L’arena allestita a Cervia, nello spazio verde adiacente lo Stadio Germano Todoli, detto dei Pini, ospita intanto la rassegna Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0, con la celebrazione di tre centenari di artisti che raccontano l’essenza della Romagna, Pellegrino Artusi, Federico Fellini e Tonino Guerra, e un itinerario di incontri con forme di narrazione che vanno dalla letteratura al giornalismo, alla scienza, all’architettura. Dal 22 giugno al 16 luglio tra i tanti e le tante ascolteremo Massimo Gramellini, Melania Mazzucco, Paolo Rumiz, Gad Lerner, Ilaria Capua e Stefano Boeri. Non mancherà anche un percorso musicale dalle forti tinte jazz con moltissimi ospiti noti, a partire da Paolo Fresu.

In chiusura di festival al settecentesco Pavaglione di Lugo, il festival ospita quattro appuntamenti (tutti tra il 24 e il 30 luglio). Si parte con l’attesissimo Brunori Sas, star della musica indie, poi spazio alla prima mondiale dell’ultima produzione di Stefano Bollani che rende omaggio a Jesus Christ Superstar, a cinquant’anni dalla creazione dell’arcinoto musical. Uniscono narrazione (quella di Telmo Pievani) e musica i Deproducers per DNA, spettacolo multimediale sulla ricerca scientifica italiana, mentre il cinema torna protagonista con un omaggio a Luis Bacalov con Maria Grazia Cucinotta, Vittorio De Scalzi dei New Trolls e il sestetto Ànema, impegnati nel tributo attraverso le colonne sonore dei film di Corbucci, Fellini, Pasolini, e naturalmente de Il postino.

Le prevendite di tutti i biglietti si aprono giovedì 11 giugno alle ore 10.

Ravenna Festival è sostenuto dal MiBACT, dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ravenna