Right to the city, guardare la città con occhi nuovi

Dal 15 al 24 giugno il progetto propone esperienze comuni tra residenti italiani e stranieri

10 giugno 2018

Atlas of Transitions, progetto europeo cofinanziato dal programma Europa Creativa dell’UE, prende il via a Bologna con le dieci giornate di Right to the City | Diritto alla Città, la rassegna che dal 15 al 24 giugno invade Bologna – dall’Arena del Sole al Mambo, da piazza Verdi a Piazza dei Colori/Bella Fuori 3, il quartiere che ospita la Moschea e l’Hub Mattei, il centro di prima accoglienza regionale dell’Emilia Romagna – con performance itineranti, incontri, installazioni e ambienti sonori e dj-set collettivi.

Piersandra Di Matteo che ne è curatrice racconta nell’intervista come esperienze comuni tra residenti italiani e stranieri, migranti, richiedenti asilo, rifugiati politici hanno dato vita a un’inedita mappatura della città componendo un programma di eventi in cui si sperimentano l’incontro, la relazione, le forme della partecipazione in un orizzonte inclusivo, collettivo, festoso, offrendoci la possibilità di guardare con uno sguardo diverso alla città che camminiamo e respiriamo ogni giorno.

Tutto questo avviene attraverso pratiche performative aperte come Punteggiature di Muna Moussie, opera collettiva creata con donne nigeriane, russe, marocchine, italiane, moldave e palestinesi che hanno ricamato un grande libro di stoffa (Mambo, 15 giugno); come la performance camminata  100 pas presque (100 passi quasi) del coreografo Taoufiq Izeddiou (sabato 23 giugno, esito di due laboratori che hanno coinvolto 80 cittadini bolognesi, migranti e richiedenti asilo) che interromperà per 60 minuti il flusso dei T days con una passeggiata al rallentatore. O ancora come Autostrada del Sud, performance di Cantieri Meticci (domenica 17 giugno in cui 36 auto, 36 attori e 144 spettatori in partenza dallo Sferisterio restano bloccati insieme in un ingorgo cittadino che diventa, anzichè esperienza di irritazione urbana, infinito gioco di possibilità, pluriversum in cui ciascuna auto diviene il passaggio verso un altro mondo.

Right to the City vuole dunque mettere in pratica la convivenza tra cittadini e nuovi arrivati, sgomberando con le armi dell’arte e del pensiero il campo dall’immagine che vede il migrante solo in termini di emergenza, pericolo, sforzo economico. Razzismo, percezione della paura, s-confinamenti, saranno discussi durante incontri e seminari, attraverso proiezioni di film, per irrorare il  dibattito pubblico di temi come il rapporto tra migrazione e città, l’abitare e il co-abitare, la distinzione tra frontiera e confine, la migrazione vista da una prospettiva di genere, il diritto di fuga.

L’iniziativa – Ert ne è capofila con Cantieri MeticciDipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna – è come si è detto parte di Atlas of Transitions, progetto europeo in cui dieci partner in sette paesi – Italia, Albania, Belgio, Polonia, Francia, Grecia e Svezia – collaborano per progettare, attraverso diverse pratiche artistiche, nuovi modi di interazione e reciprocità tra cittadini europei, residenti stranieri e nuovi arrivati (migranti, richiedenti asilo, minori non accompagnati, rifugiati). A Bologna “Atlas of Transitions” promuove un programma di iniziative nel biennio 2018-2010.

Video

Right to the City | Diritto alla Città | Intervista a Piersandra Di Matteo

Piersandra Di Matteo racconta le dieci giornate di Right to the City | Diritto alla Città (15-24 giugno 2018). Esperienze comuni tra residenti italiani e stranieri, migranti, richiedenti asilo, rifugiati politici compongono un programma di eventi in cui si sperimentano l’incontro, la relazione, le forme della partecipazione in un orizzonte inclusivo, collettivo, festoso.