Il ritorno di Andrea Chénier

Al Teatro Comunale di Modena il 15 e il 17 febbraio

15 febbraio 2019

Parigi, la Rivoluzione francese alle porte. Un giovane poeta di nome Andrea Chénier, che difende con forza estrema i suoi ideali contro la corruzione dell’epoca, viene perseguitato e infine condannato a morte con la sua amata Maddalena. Nell’opera che porta il nome del protagonista, il compositore Umberto Giordano ha raccontato la commovente vicenda con una felice invenzione melodica di discendenza verdiana, con molte scene corali che danno all’opera l’allure di un vero e proprio grand-opéra all’italiana e arie celebri come La mamma morta di Maddalena, molto noto al pubblico contemporaneo per una scena-madre del film Philadelphia. Lo straordinario successo di pubblico, già al debutto alla Scala del 1896, e poi a New York e a Breslavia, Amburgo e Budapest, dove a dirigere era Gustav Mahler, non è stato sufficiente a salvare l’opera dalla cattiva reputazione che si è riversata a lungo sul repertorio musicale verista, a cui si è sommata, nel determinarne la scarsa diffusione tra i cartelloni, anche una certa complessità della partitura. Eppure, il pubblico a ogni riproposta si innamora puntualmente dell’Andrea Chénier. È molto atteso, quindi, dopo oltre trent’anni d’assenza dal palcoscenico modenese, il ritorno in scena del titolo, il 15 febbraio alle 20 e il 17 febbraio alle 15.30, per la Stagione lirica del Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, grazie a una coproduzione internazionale, che vede collaborare il Comunale di Modena con i Teatri di Piacenza, Reggio Emilia, Ravenna e Parma e con l’Opéra de Toulon. L’opera sarà poi al Teatro Municipale di Piacenza il 22 e 24 febbraio,  al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia il 1 e 3 marzo, al Teatro Dante Alighieri l’8 e 10 marzo

Prosegue dunque il progetto di rivalutazione da parte del Comunale di opere popolari della Giovane Scuola italiana rimaste a margine del repertorio a partire dal secondo dopoguerra, come La Rondine, L’Amico Fritz, La Wally, La Gioconda e Le Villi. A firmare la regia è Nicola Berloffa, che di recente, nel 2017, aveva diretto proprio La Wally. “L’opera di Giordano ha una connotazione storica talmente forte che non può essere dimenticata, tralasciata o reinventata – anticipa il regista -; tutto ruota intorno alla grande Rivoluzione francese. In tutta l’opera vengono ricordati luoghi, personaggi, date, città che rimandano al grande dramma che portò alla fine dell’aristocrazia francese; una cospirazione di dettagli che necessariamente rendono la documentazione storica e l’attenzione per la storicità una componente imprescindibile”.

Nei ruoli principali di Chénier, Carlo Gérard e Maddalena, tre interpreti di fama internazionale: Martin Muehle, che ha già interpretato il ruolo alla Deutsche Oper di Berlino a maggio 2017, Saioa Hernández, già Odabella in Attila per l’inaugurazione dell’ultima stagione al Teatro alla Scala di Milano, e Claudio Sgura, impegnato quest’anno anche nel ruolo di Scarpia in Tosca al Teatro Metropolitan di New York. Sul podio Aldo Sisillo, direttore del Teatro, alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna e dell’Associazione Coro Lirico Terre Verdiane Fondazione Teatro Comunale di Modena preparato da Stefano Colò.