Se questo è un uomo. Malosti porta in scena l’opera di Primo Levi

Dall’1 al 5 dicembre all’Arena del Sole di Bologna

29 novembre 2021

È l’opera che più di ogni altra ha permesso a intere generazioni di confrontarsi con l’orrore di Auschwitz, ma Se questo è un uomo è anche un capolavoro letterario tout court, il più celebre dello scrittore e chimico torinese Primo Levi che quell’orrore l’ha vissuto in prima persona. Nel 2019, in occasione del centenario della nascita dello scrittore, Valter Malosti ha portato in scena per la prima volta il romanzo, senza alcuna mediazione, in una condensazione scenica curata dal regista e attore assieme a Domenico Scarpa, consulente letterario-editoriale del Centro Primo Levi. Dopo il debutto pre-pandemico, Se questo è un uomo, una produzione di ERT/Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino e Teatro di Roma, approda adesso sul palcoscenico dell’Arena del Sole dall’1 al 5 dicembre (dal mercoledì al venerdì ore 20.30, sabato 19.00 e domenica 16.00).

 

“L’opera torna finalmente nei teatri – commenta Fabio Levi, presidente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi – andando incontro ai suoi numerosi pubblici. In primo luogo, ai ragazzi più giovani, che potranno scoprire nelle parole di Levi le ricchezze della storia e i suoi abissi insondabili, il gusto delle verità che ci interrogano, nella concretezza dei fatti, su cosa sia bene e cosa sia male. E rivolgendosi poi a chi, meno giovane, già porta con sé le pagine di Levi nel proprio bagaglio culturale ma potrà sperimentare ad una nuova rilettura, in condizioni o in età diverse, il sapore di una piacevole riscoperta”. Scabra e potente come il testo da cui è tratta, l’opera teatrale di Malosti guarda al teatro antico: “Da qui – spiega il regista – l’idea dei cori tratti dall’opera poetica di Levi detti o cantati, e l’idea di utilizzo dello spazio. Insomma, una sorta di installazione d’arte visiva più che una classica messa in scena teatrale”. Tante le voci che si rincorrono sulla scena, riflessioni, guizzi filosofici e psicologici, a parte, proprio come nel testo. “Le testimonianze d’autore e le ricerche degli studiosi – ha spiegato Scarpa – hanno mostrato che Levi giunge a intonare quella pluralità facendo ricordo a molte voci del passato: la sua memoria estetica e affettiva rielabora quelle di scrittori, di scienziati, di testi sacri. La voce ascoltata con maggiore costanza è quella di Dante. Questo nostro lavoro nasce dalla convinzione che il primo libro di Primo Levi sia un’opera acustica”. Il progetto sonoro, curato da Gup Alcaro, è d’altronde fondamentale nella riscrittura scenica. A fare da contrappunto, i tre madrigali originali creati da Carlo Boccadoro a partire dalle poesie che Levi scrive nel 1945-46, immediatamente dopo il ritorno dal campo di concentramento.

 

Negli stessi giorni dello spettacolo gli spazi dell’Arena ospitano la mostra delle tavole tratte dal libro Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi (Comma 22) del disegnatore Pietro Scarnera, e in occasione della ripresa, in questa stagione ERT / Teatro Nazionale e il Centro Internazionale di Studi Primo Levi realizzano un ciclo di incontri per tenere vivo il dialogo su questa opera. Gli incontri si svolgono nei teatri e nelle scuole delle città toccate dalla tournée: dopo Modena, Cesena e Cagliari, giovedì 2 dicembre alle ore 18.00 a Bologna sul palco del Teatro Arena del Sole Valter Malosti dialoga con il giornalista di origini polacche, editorialista e precedentemente inviato a New York de L’Espresso Wlodek Goldkorn e con Domenico Scarpa, mentre il 4 dicembre alle 11.00 Malosti e Scarpa incontrano gli studenti presso l’Istituto Tecnico Keines di Castelmaggiore.

 

 

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