VIE Festival, XIII edizione

La rassegna dedicata alla scena contemporanea e ai suoi linguaggi è a Modena, Bologna, Carpi e Vignola, dal 14 al 22 ottobre

18 settembre 2017

Da sabato 14 a domenica 22 ottobre, tra le città di Modena, Bologna, Carpi e Vignola si svolgerà la tredicesima edizione di VIE Festival, organizzato da ERT e realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Saranno nove giorni densi di appuntamenti, tra i più attesi delle attività di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Nazionale, con molti spettacoli presentati al loro debutto assoluto o in prima visione per l’Italia.

Il cartellone di VIE esplora le creazioni più significative della scena contemporanea, italiana ed internazionale, con una particolare attenzione riservata alle novità dei teatri stranieri e alle creazioni dei giovani artisti, senza però rinunciare ai lavori dei grandi maestri della scena.

Primo tra questi è Theodoros Terzopoulos, invitato al festival con la nuova produzione, “Encore”, di cui è stato scritto: “Non è solo uno spettacolo. Sono 55 minuti di grande arte”. In scena in prima nazionale al Teatro delle Passioni di Modena, sabato 14 e domenica 15 ottobre, “Encore” conclude una trilogia di spettacoli iniziata con “Alarme” e proseguita con “Amor”, entrambi presentati a VIE nelle scorse edizioni. Il tema al centro della trilogia è il conflitto, inteso come origine mitica della creazione e del tempo: ad interpretarlo in “Encore” saranno Sophia Hill e Antonis Myriagkos, due corpi in scena che dal loro incontro fanno scaturire una densa potenza, fatale per entrambi. Lo spettacolo, presentato in greco, sarà sovratitolato in italiano e in inglese.

Al termine dello spettacolo Terzopolous presenterà l’edizione italiana de “Il ritorno di Dionysos”, volume in cui il maestro descrive la sua metodologia di lavoro con gli attori. Nel fine settimana, sia sabato 14 che domenica 15, il regista condurrà un workshop per giovani attori (per informazioni e iscrizioni rivolgersi a laboratori@viefestivalmodena.com).

A conferma della storica vocazione di VIE, quella di riservare una speciale attenzione alla danza, la rassegna di quest’anno aprirà, sabato 14 ottobre al Teatro Storchi di Modena, con “la memoria della danza contemporanea italiana”, ovvero con il riallestimento in prima assoluta di “Erodiade – Fame di vento”, della Compagnia Xe diretto dalla coreografa Julie Ann Anzilotti e inserito nell’ambito del Progetto RIC.CI. – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90”. Ispirata al poema di Mallarmé, in cui la figura centrale è quella di Erodiade, vista nella sua solitudine e amarezza, questa creazione della Anzilotti debuttò nel 1993 e si rivelò subito capace di esprimere uno slancio unico di gesto, danza, parola, musica e tratto visivo; oggi è alla sua ottava ricostruzione. La scena è stata concepita dal grande artista visivo Alighiero Boetti, scomparso prematuramente pochi mesi dopo questa collaborazione.

Tra le novità teatrali di VIE il lavoro della compagnia irlandese Dead Centre, rivelazione recente della scena teatrale internazionale, di cui sarà presentato in prima nazionale “Chekhov’s First Play”, un’originale rilettura di “Platonov”, il primo grande dramma di Anton Cechov. In scena al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena con due repliche, sabato 14 e domenica 15 ottobre, lo spettacolo ha l’apparenza di un allestimento classico, ma in realtà è decisamente contemporaneo: pur restando molto vicino allo spirito cechoviano, trasporta il dramma di Cechov e la sua lucida critica della società nella vita sociale e teatrale di oggi. Il pubblico sarà provvisto di cuffie e potrà seguire lo spettacolo ascoltando, parallelamente allo svolgersi delle scene, i commenti live dei due registi, Bush Moukarzel e Ben Kidd, in un raffinato gioco metateatrale di ‘regia sulla regia’. Le repliche modenesi, presentate in inglese sovratitolato in italiano, sono realizzate con il contributo di Culture Ireland.

Da sabato 14 a lunedì 16 ottobre, all’Arena del Sole di Bologna, andrà in scena un viaggio inedito e contemporaneo nel testo biblico che narra la vicenda di Giobbe, diventata ispirazione per un racconto drammaturgico scritto a quattro mani da Pietro Babina e Emanuele Aldrovandi. Il loro “Libro di Giobbe”, che sarà presentato al festival in prima assoluta, affronta temi che nella visione del regista Babina fondano la natura essenziale del teatro: l’indagine sulle ragioni del male, sul valore del bene, sull’esistenza di un’altra dimensione, quasi magica, sulle relazioni fra ingiustizia e giustizia, potere e libertà.

Al Teatro delle Moline di Bologna arriveranno invece Gli Omini, una delle compagnie teatrali più innovative della scena contemporanea, per presentare, da sabato 14 a sabato 21 ottobre, uno spettacolo frutto di indagini territoriali, di interviste e testimonianze raccolte nella tratta ferroviaria Porretta / Bologna. Lo spettacolo, intitolato “Il controllore”, è una nuova tappa di un lungo lavoro che la compagnia toscana ha portato avanti con “Progetto T”, una ricerca sociale e un originale connubio tra teatro, territorio (qui contemplato dal finestrino di un treno) e la sua comunità, quella legata al mondo dei treni, ricchissima di riferimenti letterari, musicali e cinematografici.

Sempre a Bologna, all’Arena del Sole, sabato 21 ottobre arriverà “Luciano”, il nuovo, atteso, lavoro di Danio Manfredini definito “attraversamento di un Inferno dantesco contemporaneo”. Luciano è una persona reale, paziente di una clinica psichiatrica presso cui Manfredini ha lavorato a lungo, e i temi accostati alla vita di questo personaggio sono altrettanto reali, in senso lato: omosessualità, follia, solitudine, dolore, confini tra realtà, sogno, fantasia, ricordo, confini nel caso di Luciano annullati. Luciano guarda, patisce, attraversa ciò che incontra, nel destino ineluttabile di veder passare le cose e le persone come fantasmi.

fSabato 21 e domenica 22 ottobre, al Teatro delle Passioni di Modena, la compagnia Sotterraneo presenterà in prima nazionale “Overload”, un lavoro che si interroga, e ci interroga, sui meccanismi dell’infosfera e della realtà aumentata, ovvero sul nostro vivere costantemente sovrastimolati e sovraccaricati dalle informazioni, in una sorta di costante allerta. E tra continue accelerazioni dei collegamenti, riduzioni della soglia d’attenzione e associazioni fra cose distanti in una rincorsa quasi tossica ai contenuti, il senso – suggerisce questa “infosfera e aumented reality in versione teatrale 2.0” – si sta spostando dai contenuti al movimento in sé.

Sempre sabato 21 e domenica 22 ottobre, al Teatro Comunale di Carpi andrà in scena “Giuramenti”, un affascinante e poetico compimento di un percorso creativo che il Teatro Valdoca ha sviluppato in forma di esperienza di vita comunitaria insieme a dodici giovani performer. Scritto da Mariangela Gualtieri e diretto da Cesare Ronconi, Giuramenti è un grande affresco, un lavoro corale che prende forma in un corpo di corpi con la sua fluida empatia, con una fresca vitalità di movimento, fra danza e scatto atletico. Ed è anche una voce di voci che cantano, che offrono al pubblico la propria inquietudine, l’ardore e l’amore (in primis per il teatro e per l’arte), e aprono la breccia di una sapienza enigmatica.

Al Teatro Storchi di Modena, sabato 21 e domenica 22 ottobre, l’appuntamento è con un teatro onirico e visionario e con il regista georgiano Levan Tsuladze (di cui ERT ha prodotto di recente “Memorie di un pazzo” di Nikolai Gogol’” e “La tartaruga” di Luigi Pirandello”). A Modena Tsuladze presenterà, in prima nazionale, “Begalut – In esilio”, spettacolo che affronta il delicato tema dell’identità nazionale ebraica. Coreografia, musica, suono, gestualità e corporeità raccontano la storia di due grandi famiglie ebree che si conoscono in esilio, fra gioia e humor, sconforto e tragedia. Senza parole: lo spettacolo usa tecniche e linguaggi del cinema muto.

Michael De Cock, scrittore, attore e regista belga, lavora da molti anni sul tema dell’immigrazione e a VIE proporrà uno spettacolo, prodotto da Kamyon, davvero insolito: a posti limitati, soggetto a prenotazione obbligatoria, perché il suo palcoscenico sarà il rimorchio di un autocarro, dove saliranno anche gli spettatori e dove una ragazzina, emigrata illegalmente con la madre, racconterà la fuga dal suo paese di origine sconvolto dalla guerra. Questo “viaggio con i migranti” su un camion ricostruito come spazio teatrale andrà in scena mercoledì 18 e giovedì 19 ottobre al Teatro delle Passioni di Modena.

Negli stessi giorni e nello stesso luogo, mercoledì 18 e giovedì 19 ottobre al Teatro delle Passioni di Modena, arriverà anche “L’amica geniale” di Elena Ferrante, nell’adattamento teatrale di Fanny & Alexander e AtelierSì dal titolo “Da parte loro nessuna domanda imbarazzante”. Con la regia e il progetto sonoro di Luigi De Angelis, lo spettacolo rappresenta la prima tappa di un più ampio progetto che nell’arco di due anni vuole affrontare l’intera tetralogia letteraria della Ferrante. Il lavoro è strutturato in due parti: nella prima troviamo due attrici, Fiorenza Menni e Chiara Lagani, che raccontano la storia attraverso i loro corpi; la seconda vede protagoniste due bambole, in una sorta di ‘fotoromanzo animato’.

VIE Festival ospita poi tre lavori di Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre, selezionati tra le creazioni più significative della coppia d’arte e di vita Renato Cuocolo e Roberta Bosetti e strutturati come un trittico che compone “un teatro biografico nella città” ed è disseminato in altrettanti luoghi di Bologna: “Roberta va in hotel (Private Eye)”, in scena al Nuovo Hotel del Porto dal 15 al 19 ottobre; “Roberta va sulla luna (How to explain theatre to a living dog)”, all’Arena del Sole venerdì 20 ottobre; “Roberta fa una passeggiata (The walk)”, in Piazza Maggiore sabato 21 e domenica 22 ottobre. “Roberta va in hotel” è uno spettacolo, per uno spettatore alla volta, incentrato sul tema dell’identità, fra i sentimenti che proviamo e quelli che ci rappresentiamo, fra quello che pensiamo di essere e quello che siamo costretti ad essere. “Roberta va sulla luna” indaga invece la memoria e gli oggetti che riemergono dalla casa dell’infanzia. “Roberta fa una passeggiata”, infine, è la storia della perdita e allo stesso tempo la reazione spontanea di chi quella perdita l’ha subita. Al centro del progetto il mistero, che tiene insieme viaggio, memoria e narrazione, e il cammino, letteralmente: un camminare insieme nella città (venti spettatori alla volta), negli spazi in cui scorre la vita quotidiana, dalle case private alle stanze d’albergo e alle vie urbane. Gli spettacoli rientrano infatti nella rassegna “Il nostro teatro quotidiano. Per Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre”, che si avvale della cura di Silvia Mei ed è il frutto di una collaborazione tra Emilia Romagna Teatro Fondazione e il Centro di promozione teatrale La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

Il suggestivo “Benvenuto Umano”, il nuovo lavoro di CollettivO CineticO ideato, coreografato e diretto da Francesca Pennini, è un connubio di danza e circo contemporaneo, di artisti circensi e performer cinetici. La base di questo lavoro è la connessione tra spazi e tempi, tra mondi lontani e vicinissimi e tra passato remoto e presente assoluto, connessione generata da un’eccentrica intersezione tra le pratiche “esoteriche” della medicina tradizionale cinese; ma attinge anche ai misteriosi affreschi dei mesi di Francesco del Cossa (nel Palazzo Schifanoia di Ferrara). Lo spettacolo arriverà a VIE a pochi giorni dal suo debutto assoluto (previsto per l’11 ottobre al Teatro Comunale di Ferrara): domenica 15 ottobre, al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola.

Arkadi Zaides, uno dei più apprezzati giovani coreografi della scena internazionale, firma l’ideazione e la realizzazione di “Talos”, conferenza/performance che si terrà in prima nazionale al MAST.Auditorium di Bologna venerdì 20 ottobre. TALOS è un progetto finanziato dall’Unione Europea e teso ad indagare lo sviluppo di nuovi e avanzati sistemi e strumenti tecnologici per il controllo dei confini. Prende il nome dall’universo mitologico: Talos infatti è un gigantesco automa di bronzo che Zeus regalò alla sua amata Europa, il cui compito era pattugliare i confini dell’isola di Creta, dove Europa viveva. Zaides trae ispirazione da entrambi e indaga l’attualissimo tema del rapporto tra mobilità della popolazione e confini territoriali con lo sguardo performativo, integrato da quello più strettamente teoretico, con l’obiettivo di immaginare il futuro generato dalle nuove frontiere, la relazione tra tecnologie e movimento. La creazione di Zaides verrà presentata nell’ambito di Foto/Industria 2017, Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro, in programma a Bologna dal 12 ottobre al 19 novembre.

Il festival sarà arricchito ulteriormente dalla sezione VIE eventi, tra cui segnaliamo “Atlas of Transitions” progetto europeo triennale di cui ERT è capofila insieme a Cantieri Meticci ed Alma Mater Studiorum/ Università di Bologna. Il cuore della ricerca di “Atlas of Transitions” è la sperimentazione di processi innovativi volti a generare pratiche e tecniche di incontri interculturali tra residenti e migranti, sviluppati proprio grazie all’arte. “Atlas” sarà al centro di una presentazione pubblica a ingresso libero domenica 15 ottobre presso MET Meticceria Extrartistica Trasversale di Bologna.